Di tanto in tanto, mi piace pescare a caso dalla pila di libri che ancora non ho letto. E’ stato così che in questi giorni mi sono dedicata alla lettura di Verso la libertà di Fuad Aziz (un amico che non vedo ormai da troppo tempo… e che molti anni fa fece a me e alla mia libreria il grande regalo di realizzare per noi l’immagine del Festival di letteratura e illustrazione per bambini e ragazzi che organizzavamo, Millecunti), libro che mi ha regalato Emilio (un altro amico che non vedo da molto tempo, ma un po’ meno…).
Fuad è un artista curdo che dopo avere studiato all’Accademia di Belle Arti di Baghdad si è trasferito a Firenze dove ha deciso di continuare a vivere. I libri che ho letto (scritti e illustrati da Fuad) sono davvero tanti: Il mio colore, La finestra viola, Come me, La mia mano (per Artebambini), Viaggio di un violoncello (per Città Aperta), Chiudi gli occhi (per Sinnos), Come coperta il cielo (per Jaca Book), Nero è bello (per Acco Editore) Ogni bambino ha la sua stella (Fatatrac). Ma tanti altri libri che ho amato sono solo illustrati da lui che possiede la capacità di emozionare anche solo con pochi tratti in bianco e nero (proprio come nel caso del libro di cui vi racconto oggi)… Fra questi Giufà il semplice di Sara Favarò, Il re cavallo morto (da una novella di Giuseppe Pitrè)…
La verità è che Fuad, oltre che un grandissimo artista, illustratore e scultore, è un poeta come solo una persona dall’animo gentile può essere e proprio come il protagonista di Verso la libertà. Le sue storie non possono non toccare il cuore e temi al centro sono spesso l’intercultura e la pace, due impegni civili (che Fuad si impegna a promuovere anche attraverso gli incontri che ogni anno realizza con i bambini e i ragazzi delle scuole italiane) nei quali è un attivista.
Amir vive in un paese lontano, in un villaggio antico immerso nei prati verdi, nascosto al resto del mondo da montagne e colline… Un Paese dove la vita è bella, semplice e dolce. Amir è un poeta che fin da piccolo ha letto i grandi poeti del passato e che adesso scriver versi per saziare il proprio desiderio di raccontare, il silenzio dei suoi monti, il canto dei fiumi…
Amir ha un amico pittore che nel suo linguaggio traduce la bellezza del suo mondo. Un sognatore che con i colori esprime l’amore della realtà che lo circonda.
Ma questa realtà sta cambiando. La guerra porta paura e dolore. E le parole, i versi, di Amir, canti di coraggio e ispirazione per i giovani, entrano nel cuore della gente e allo stesso tempo spaventano i governanti che fanno arrestare e imprigionare Amir.
Amir riuscirà a fuggire e troverà nelle persone che hanno amato i suoi versi uomini coraggiosi che lo difenderanno e lo nasconderanno per garantirgli la salvezza. Perché la realtà del suo mondo sta ancora cambiando e Amir non può restare: il governo militare prima, la dittatura poi… Anni di pena, torture, uccisioni, violenze, povertà, distruzione, dolore. L’esilio di Amir sarà lungo ma quando tornerà a casa, anche nei contorni stravolti di un paese che stenta a riconoscere, il valore della parola “Libertà” sarà ancora più grande. E tra le righe del racconto di Fuad troviamo le parole di alcuni tra i più grandi poeti curdi: Goran, Sherko, Bekas, Hejar…
Leggetelo. Osservatelo. Amatelo come è capitato a me.
Carla
(Verso la libertà di Fuad Aziz, Euno edizioni, pag. 73, euro 7)