In questi giorni non sono stata molto bene e sono rimasta a casa, a letto, immobile. Così, per fare buon viso a cattivo gioco, mi sono dedicata a un po’ di arretrati di letture che avevo archiviato sul comodino. Fra questi, oltre al romanzo che recensirò la prossima settimana e del quale non voglio anticipare nulla, ho deciso di farmi una vera e propria scorpacciata di fumetti, anche perché quelli che albergavano sul comodino, in realtà erano un prestito di mio fratello Antonio, che – forse – non era esattamente contento che non glieli avessi ancora restituiti. (In realtà sono ancora a casa mia, ma averli finiti è quasi come averli restituiti, no?)
Così, dopo un primo giorno da vera dylaniata in cui mi sono gustata tre albi, il Color Fest e il numero di Topolino ispirato a “L’alba dei morti viventi” uscito qualche mese fa, ho completato la lettura di una saga che mio fratello mi aveva consigliato con un raro ardore: “Empire Usa“, sei albi a colori (Attacco all’America, I Traditori, La colpa e il riscatto, La lama spezzata, Il nemico dal passato e Le colpe dei padri) frutto delle idee, della penna, degli inchiostri e dei colori di un folto di team di artisti del fumetto, come Stephen Desberg, Yann, Enrico Marini, Henri Reculè, Griffo, Alan Mounier, Daniel Koller e Juszezak.
L’idea di base è quella di riprodurre, sotto forma di tavole disegnate, il ritmo e gli intrecci delle migliori serie TV statunitensi, (una mia altra – credo finora inconfessata – grande passione) come 24, Lost, C.S.I ed N.C.I.S. (nelle loro varie declinazioni: Miami, New York, Los Angeles…). Un action thriller, una spy story, un noir, un’avventura fantapolitica in uno scenario apocalittico: una distopia dove si immagina che il peggio sia accaduto davvero e le il peggio del peggio sia sul punto di accadere. Una serie che Mondadori Comics ripropone (sia la prima sia la seconda stagione) in sei volumi. E meno male che la casa editrice ha preso questa decisione perché io, questo fumetto, non lo avevo mai letto… Oltretutto con albi di bella dimensione
La serie comincia con un attentato chimico che colpisce il suolo americano e fa sprofondare nel caso tutti gli Stati Uniti. L’attentato ha una matrice connessa a una setta islamista. Gli estremisti cristiani prendono in mano il governo e inizia a prendere forma un incredibile circolo vizioso: le elezioni del presidente vengono annullate, si revisiona la Costituzione, si restringono le libertà personali. C’è solo un uomo che può battersi perché la missione della setta – una strage di massa in una grande metropoli californiana – non vada in porto: è Jared Gail… Se non fosse che quando lo incontriamo sta decidendo il da farsi con una pistola puntata alla tempia. Jared è un ex militare e adesso lavora per i servizi segreti e ha un ruolo in questa faccenda che andrà dipanandosi fra colpi di scena e intrighi, che nella seconda stagione del fumetto hanno tutt’altra storia da raccontare.
Nella seconda stagione, infatti, Jared ha lasciato i servizi segreti e lavora nella sicurezza privata di un magnate americano che ha un conto in sospeso con un misterioso uomo russo. La guerra fredda è finita da tempo, ma non per questo il conflitto globale è scomparso. Bisogna fare i conti, infatti, con le aspirazioni covate da una parte dell’oligarchia russa di riportare il proprio Paese alla dimensione di superpotenza che era appartenuta all’Unione Sovietica.
Cambiano gli scenari, ma non cambia il ritmo narrativo che si alterna su piani temporali differenti che richiedono la lettura attenta, quella di chi non ama che tutto si sveli facile sotto i propri occhi. E in questo serrato ritmo da action thriller non manca l’approfondimento psicologico dei personaggi che hanno una propria storia da affrontare e un passato con cui fare i conti.
Insomma, davvero una serie da non perdere. Un’ occasione di lettura da non lasciarsi sfuggire.
C
(Empire Usa – AA.VV. sei albi – Mondadori Comics, euro 5)