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A letto, in riva al mare…voi dove leggete?

Stamattina mi sono alzata prestissimo. Prima di mettermi in piedi però mi sono rotolata un po’ nel letto, per ricordare qualche sogno, per passare ancora qualche minuto tranquilla, prima di mettermi in moto.

Ogni sera, prima di addormentarmi, accendo la piccola luce che mi permette di leggere, prendo il libro di turno e mi cimento nella storia fino a che non crollo dal sonno. E l’ho fatto anche ieri sera, nonostante fossi tornata tardi, nonostante la stanchezza fosse tanta.

E’ il mio rito.  Continua

A volte ritorno

Il mio girovagare sui Social Network mi fa fare belle scoperte che hanno a che fare con i libri.

Qualche tempo fa mi sono imbattuta in un tweet dove veniva citato “A volte ritorno” di John Niven (Einaudi) e mi sono incuriosita immediatamente. Ho aperto un’altra finestra del mio browser e ho cominciato a cercare di che cosa si trattasse. Neanche dieci secondi dopo avevo inserito il titolo del libro nella mia “wish list” e qualche giorno dopo il libro l’ho comprato.

Parto dalla trama e poi aggiungo le mie considerazioni, però prima vi dico che nella sua versione inglese il titolo è The second coming.

Pensate a Dio che, dopo secoli di duro lavoro, ad un certo punto decide di prendersi una settimana di vacanza, mettete poi che un giorno di Paradiso equivale a circa cinquant’anni di vita sulla Terra, il risultato è che in quei pochi secoli gli umani possono “combinare” cose disastrose, soprattutto se c’è Satana che ci mette il suo zampino.  Continua

L’emozione di trovarsi in libreria

Oggi non vi parlo di un libro, ma dell’emozione che ho provato, sabato mattina, quando sono andata a comprare dei libri.

Ok, sono tornata alla Feltrinelli, anche perché avevo accumulato un buon sa sessanta euro e quando l’ho scoperto ho letteralmente gongolato.

Non c’era in programma di acquistare libri a strettissimo giro, anche perché i libri costano troppi soldi, non c’è niente da fare, e se una persona va in libreria con una lista lunga una pagina intera rischia di danneggiare gravemente il proprio conto corrente.

Quindi quando ho scoperto di avere un budget di partenza di 60 euro, gratis, non potevo che esserne felice. Continua

Il Conte di Montecristo mi ha spezzato il cuore

Tanto per cominciare vi dico subito che la presentazione di venerdì scorso è andata benissimo. Almeno per quanto mi riguarda, è certo. Ma forse non mi allontano troppo dalla realtà quando dico che è stata una delle più belle fatte fino ad adesso.

So che una parola sola non basta per farvi capire cosa è successo, ma se volessi usarne una sola di parola, quella che mi viene in mente è “corale”, perché la presentazione de La solitudine di un riporto di Daniele Zito è stata corale. Ora mi toccherebbe anche spiegarvi perché, ma nel mio pomeriggio di antipatia assoluta vi lascio con la curiosità.  Continua

Storia di un corpo

Il periodo Pennac per me è ufficialmente sospeso. Dopo avere rispolverato la saga di Malousséne  sono passata infatti ad un libro che avevo comprato un bel po’ di mesi fa e che, non ho ancora capito per quale motivo, non ho iniziato subito a leggere.

Una cosa è certa:  Storia di un corpo di Daniel Pennac (Feltrinelli) è il mio primo libro del 2014.

Partiamo dalla prima considerazione: non c’è mai stato titolo più azzeccato (nella sua versione francese è Journal d’un Corps). Storia di un corpo è esattamente quello che dice di essere, ovvero il racconto giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, della vita di un uomo che considera il suo corpo come protagonista assoluto della storia che decide di raccontare alla figlia Lison. Un diario che ripercorre una vita intera, iniziato all’età di 12 anni e con un’ultima annotazione a 87 anni, poco prima di morire.

Tutto il racconto ruota dunque attorno al corpo con la descrizione precisa delle emozioni che si provano.  L’amore, la nascita di un figlio, un lutto, la guerra, la salute naturalmente, il rapporto con le altre persone, il lavoro, la modernità. Tutto quello che non ha a che fare con il corpo non viene citato se non marginalmente, ma del resto non è il nostro corpo che ci permette di vivere le emozioni che ogni giorno viviamo e di fare quelle esperienze che da bambini e fino all’età adulta forgiano il nostro carattere? Continua

Guida galattica per gli autostoppisti,

E’ il mio libro da record dell’anno. Un record negativo, sappiatelo, o #sapevatelo, come scrivono gli amici twittomani.

I record sono due:
1) Per finirlo ci ho messo tipo due mesi e il libro, nella versione ebook, non ha più di 330 pagine (poche dunque);
2) E’ stato il libro che mi ha provocato più ferite 🙂 Vengo e mi spiego: se la storia che state leggendo non vi appassiona e leggete sempre di notte e state leggendo su un iPad e se dopo avere letto tre pagine, e dico tre, sistematicamente vi addormentate e se quell’iPad vi casca sulla faccia (fatte salve le volte in cui l’iPad è precipitato direttamente sul pavimento), il vostro naso non potrà che uscirne male. Continua

Il Paradiso degli Orchi

I casi di libri che ho letto due volte si contano sulla punta delle dita di una mano, perché non vale contare le volte che ho letto un libro sia in italiano che in lingua originale. L’ho rifatto stavolta con Il Paradiso degli Orchi di Daniel Pennac, perché eravamo in piena emergenza. Cominciamo dall’inizio, ovvero da circa undici anni fa 🙂 Nel Natale del 2002 un mio carissimo amico, Gennaro, mi fece un meraviglioso regalo. Scrivendomi qualcosa del tipo “spero che ti piaccia quanto è piaciuto a me”, mi fece innamorare della famiglia Maloussène e dopo avere letto il libro regalato, corsi in libreria a comprare tutti gli altri volumi della saga. Credo che non ci misi neanche un mese a finire tutti e sei i libri e per anni sperai che Pennac ci ripensasse e regalasse agli amici di Benjamin Maloussène un’altra storia. Continua

Il Grande Gatsby

La trama de “Il grande Gatsby” probabilmente ormai la conoscono proprio tutti, complici anche i lungometraggi (ultimo cronologicamente quello che vede nei panni del protagonista Leonardo Di Caprio), ma al di là della trama il piacere di immergersi in un grande classico della lettura internazionale è tale da permettere di consigliare un titolo non solo per quanto viene raccontato fra le pagine, ma anche per la finezza narrativa e l’elegante eloquenza dell’autore. Continua

451 °F

i libriSono stata molto indecisa sul post di oggi. Ho rimuginato a lungo sulla questione…  Il fatto è che dal mio ultimo post, non ho fatto che ripensare a “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury: l’ho ripreso dallo scaffale, riaperto, riletto, annusato a pieni polmoni, fino a sentire l’odore di quella carta un po’ invecchiata e ingiallita dal tempo e dalle tante letture saturare il mio olfatto.

In realtà però avevo previsto di scrivere un altro post oggi per invitare i lettori catanesi a una presentazione che terrò nel pomeriggio di lunedì alla libreria Cavallotto di Corso Sicilia. E alla fine sono giunta a una soluzione. Oggi un libro al “superquadrato”, lunedì rubo il post a Mariangela così metto a posto le cose e vi invito ufficialmente… ma voi potreste già segnare in agenda l’appuntamento in libreria. Continua

Chick lit anche per “marziani”

Quando ho scoperto che gran parte delle mie leggere letture estive appartenevano al genere definito “chick lit“… All’inizio, mi sono un po’ risentita per il significato etimologico del tag del genere stesso. Le due parole sono infatti l’abbreviazione di due termini slang statunitensi, “chicken” (termine informale per “ragazza”, più letteralmente “pollastrella“) e “literature” (che, almeno spero, non ha bisogno di traduzioni). Un’etichetta che – mi sembra – sminuisca il genere, confinandolo a un’area grigia (o meglio rosa) di lettori. Continua

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