Quello che vi suggeriamo di scoprire questo mese è un libro tutto siciliano e molto particolare. Ed io in particolare mi sono divertita proprio tanto a leggerlo, un po’ perché è stata davvero la mia (prima?) avventura subacquea, un po’ perché è stato come fare un tuffo nel passato, un po’ perché ho rivisto una situazione di vita vissuta da un’angolazione diversa. In questo libro, infatti, ci sono anch’io!
Non sono un subacqueo e neanche un palombaro, ma in quel periodo ho meditato di diventarlo. Vi dico solo che per il team che incontrerete leggendo questo libro io sono “il jolly”. E se lo leggerete capirete il perché. Ma veniamo al libro.
Non è un romanzo, ma ne ha il sapore. Non è (propriamente) un diario, ma ne ha il ritmo e lo spirito. E questo, nonostante si tratti di un racconto collettivo, a più voci. Non solo quelle degli autori i cui nomi campeggiano in copertina, ma anche di tutti gli uomini e le donne che li hanno affiancati in questa avventura, iniziata nel 2005 sotto il livello del mare, proseguita nel tempo anche attraverso la realizzazione di articoli e documentari che oggi costituiscono la cronaca di quanto accaduto e che a fine 2012 è diventato un libro.
E con questo abbiamo cominciato a dirvi (dopo avervi edotti su quello che non è) cosa sia «Storie di eroi e di navi». Innanzitutto è la storia del Regio Sommergibile “Sebastiano Veniero”, e del suo equipaggio guidato dal capitano di fregata Paolo Vandone, che il 25 agosto del 1925 salpò per quello che sarebbe stato il suo ultimo viaggio, affondando al largo di Porto Palo di Capo Passero. Ma è anche il resoconto dell’avventura di un team di siciliani coraggiosi (che condividono le passioni per il mare, la subacquea, la pesca, le immersioni, il giornalismo…) che 80 anni dopo si immergerà alla scoperta di quel relitto, per raccontare la storia di quell’equipaggio senza paura e del suo capitano attraverso immagini, parole e suggestioni.
Se leggerete questo amico, incontrerete il mio amico giornalista Leonardo Lodato (a sinistra nella foto che lo ritrae insieme al noto subacqueo Enzo Maiorca e dell’amico Guido Capraro), scoprirete perché non gli piace essere chiamato Dino (come lo chiamo anche io) e, quindi, anche il perché tutto il team di subacquei lo chiama Leon. Scoprirete che si divide fra l’amore per la subacquea, quello per il tè e per il suo gruppo musicale preferito: i Motörhead. Incontrerete Guidone (a destra) istruttore che si è appassionato all’attività subacquea fin da giovanissimo, commissario federale della Fipsas (Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee) e fondatore dell’Ultradive Tech Diving Team nei quali Leon ha mosso i primi “passi” sottomarini.
Le immersioni di cui si racconta nel libro hanno dato vita a tre documentari (“Relitti di Sicilia I” e “Relitti di Sicilia II” e “Operazione sommergibile Sebastiano Veniero“), ma il libro è anche la disanima del sommergibilismo in Italia, dai “maiali” della X Mas ai battelli di ultima generazione, passando per i silenziosissimi Sea Glider.
Un’occasione per scoprire le bellezze sommerse (nel senso etimologico del termine) della Sicilia e dei suoi mari.
C
(Storie di uomini e di navi. Un’avventura chiamata “Veniero” di Guido Capraro e Leonardo Lodato, Editrice La Mandragora, pagg. 199, euro 18)