Qualche settimana fa, M mi ha annunciato di aver ricevuto due albi illustrati da parte di Orecchio Acerbo. La conversazione – via mail – con Paolo Cesari, era andata più o meno così: riceviamo una scheda di presentazione di questo libro e la leggiamo con attenzione; Mariangela scrive a Paolo che questo albo ci ha solleticate e non poco; Paolo le risponde inviandoci La Renna Bianca e Grande cavallo blu (che a breve troverete sul nostro blog), un secondo albo illustrato per il quale gli editori ammettono di nutrire una particolare affezione.
Va da sé che, per ragioni di competenza, La Renna Bianca è finito fra le mie mani (piene di spirito natalizio e pronte a intrecciare corone dell’avvento, a cucire tanti Babbo Natale di tessuto ad appendere festoni e bastoncini di caramella in giro per casa e palline di vetro all’abete), mentre Grande cavallo bianco è fra le mani di M.
In realtà la Renna Bianca dell’albo di Orecchio Acerbo, non ha nulla a che vedere con le otto renne (più una, quella dal naso rosso, di nome Rudolph) di Babbo Natale. Non arriva dalla Scandinavia, ma dalla Corea. Non traina la slitta volante, ma porta in dono la speranza di una mondo migliore nel quale gli uomini vivano in comunione con la Natura.
Aprendo le pagine del La Renna Bianca, un mondo fantastico di dischiude davanti agli occhi del lettore. La protagonista del racconto è Hanna, una bambina speciale che ha il dono di parlare con gli alberi, con gli animali. Hanna è entusiasta all’idea di dover salire su un treno per raggiungere il padre, che delle foreste e dei suoi abitanti si prende cura. Hanna viaggia insieme a sua madre, ma senza bagagli. Fra le mani tiene solo il suo inseparabile amico e compagno di avventure: l’alberopescevivo. La mamma di Hanna fa molta fatica a comprendere questa particolare abilità della figlia, mentre il padre è consapevole di quanto Hanna sia speciale. Lo sa da sempre, ma lo ha affermato con chiarezza quel giorno in cui i pesci rossi avevano fatto il nido sull’albero di Hanna: «Quel giorno papà aveva detto che era il caldo cuore di Hanna ad aver dato vita a quei pesci. Tu sei molto speciale aveva concluso papà».
Quando il treno parte, il viaggio di Hanna prosegue in due direzioni: quella fisica che la porterà a riabbracciare il padre dopo tanto tempo e quella onirica dove Renna Bianca entra nello scompartimento di Hanna e sua madre con al seguito un incredibile stuolo di rane saltellanti. Talmente tante da riempire in pochi minuti tutto lo scompartimento. Questo moderno centauro dalla testa di renna e dal corpo umano è una creatura gentile che per scusarsi del disturbo (e anche chiudere la bocca alla mamma di Hanna che sta gridando atterrita) offre una scatola di cioccolatini magici, ma con una raccomandazione: «Questi sono cioccolatini prodigiosi. I cioccolatini neri realizzano ciò che le creature umane desiderano… Ma non mangi i cioccolatini rossi. Quelli sono per chi non è una creatura umana…». La madre di Hanna, però, non sa resistere alla tentazione e non appena mette in bocca il cioccolatino rosso, si trasforma in una rana.
Hanna è disperata. Prega la Renna Bianca di restituire alla madre forma umana, ed è così che si accorge della tristezza e del dolore che albergano nel cuore del centauro. E’ così che Hanna riesce a sentire la forza delle emozioni di Renna Bianca. La bambina si accorge che una delle sue corna è spezzata: «E’ qualcosa che deve avergli fatto molto male», pensa. E la sua risposta a questa scoperta è un gesto senza esitazione: il suo inseparabile e fatato alberopescevivo servirà da innesto sul corno spezzato della Renna. E questo gesto gentile e incondizionato funziona immediatamente: l’innesto ha successo e il bonsai comincia a crescere in sfarzose ramificazioni (con tanti pesciolini che “nuotano” fra i suoi rami) e il doppio incantesimo si romperà. Renna Bianca si ritroverà nella sua foresta (ad osservare la giovane Hanna che guarda fuori dal finestrino), mentre la madre-rana recupererà le proprie sembianze.
I segni delicati ed eleganti – come ideogrammi coreani – conducono il lettore nell’universo dell’autrice e illustratrice Kim Sena. Le sue illustrazioni a matita generano un immaginario surrealista dalla potente forza poetica. Non sarebbe potuto esistere questo testo senza queste illustrazioni. E se anche avessero potuto esistere indipendentemente, ciascuno preso singolarmente non avrebbe avuto la stessa forza prorompente. Le mie aspettative nei confronti di una casa editrice che amo con tutta me stessa, dalla prima volta in cui mi sono imbattuta in un loro titolo, sono state (come sempre del resto) amabilmente corrisposte da un libro incantevole che insegna la magia dei buoni sentimenti, dell’educazione, del rispetto… Ma anche la forza prorompente della Natura.
Il bonsai prodigioso, il treno magico, la renna misteriosa, le mille rane che saltellano intorno al centauro coprotagonista della narrazione sono tutte metafore. Come del resto lo è anche Hanna che è una bambina, ma che è anche la Bambina che nasconde in sé il segreto per ascoltare il richiamo della natura e cogliere il dono che la Renna Bianca porta con sé.
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(La Renna Bianca di Kim Sena, edizioni Orecchio Acerbo, pagg. 36, euro 16)