Tutto ha avuto inizio quando John, il mio insegnante d’inglese, ha detto “ascoltate qualcuno che parla in inglese che è un buon esercizio”. Affermazione che non fa una piega!!!
Sono andata sul sito Bbc learning English, che vi consiglio moltissimo se volete, come dico io, “impruvare” il vostro english :), e ho trovato un audio in cui due raccontavano del nuovo film di James Bond, Skyfall, che prende le fila dal libro di Jeffery Deaver. Poi, nello stesso audio, l’autore raccontava di come gli fosse stato proposto di scrivere questa spy story targata 007…e io mi sono intrippata.
Il libro me lo dovevo comprare. Del film mi fregava poco, tanto che non l’ho ancora visto (ma al momento mi chiedo perchè facciano fare a Craig, figo per carità, la parte di uno che ha passato da poco la trentina ), ma il libro lo dovevo avere.
Mentre aspetto che i miei alunni si raccolgano davanti alla chiesa madre di Acitrezza (fra poco visiteremo la Casa del nespolo), resto seduta in macchina ad aspettare. Sul cruscotto, c’è un libro che ho recuperato qualche giorno fa insieme alla mia giacca a vento dai miei genitori. L’ho afferrato quasi senza pensarci decisa a dedicare il post di oggi a questa favola-romanzo di formazione-saggio…perché quando il signor Vittorietti me lo ha regalato attraversavo una fase che è stata davvero alleggerita da questa lettura e quindi penso che possa essere utile a qualcuno, anche solo per comprendere i meccanismi mentali e le sovrastrutture di cui siamo schiavi senza nemmeno esserne consapevoli.
“La principessa che credeva nelle favole-Come liberarsi del proprio principe azzurro” di Marcia Grad Powers è un libro che in alcuni casi può essere considerato terapeutico perché riesce a ricordarvi che ognuno di noi ha un grande potere solo che – a volte – ci dimentichiamo di averlo.
In realtà per stamattina avevo un libro ben preciso in mente, ma il testo in questione si sta rivelando un “mappazzo” non da poco e sta mettendo a dura prova la mia tenacia nella lettura, soprattutto perchè in questo periodo non riesco a leggere mai prima delle dieci di sera, con un’apertura oculare che dura dal quarto d’ora alla mezz’ora e che è facilitata dalle letture non proprio entusiasmanti. In pratica non l’ho finito perchè anche ieri sera mi sono addormentata. 🙂
Allora visto che Carla ha tirato in ballo la Kinsella questa settimana, e che dal nostro profilo twitter è iniziata una bella discussione che è arrivata anche ad un altro testo della stessa autrice, ho deciso di scrivere di quello, anche perchè a me è piaciuto tantissimo. Credo di averlo finito in mezza giornata.
Voi sapete tenere un segreto? Io, quando mi viene confidato qualcosa, sono praticamente una tomba… Un po’ meno se si tratta di qualcosa di personale… Nel senso che raccontare quello che mi è accaduto (anche se si tratta di qualcosa di privato, ma non privatissimo) mi piace. E molto. Certo però non mi è mai capitato quello che accade alla protagonista di questo romanzo di Sophie Kinsella (al secolo Madeleine Wickham, che fra le altre cose ha deciso di rendere noto il suo alias letterario immediatamente dopo la pubblicazione di “Sai tenere un segreto?”, sciogliendo così tutte le curiosità conoscitive sull’identità di Sophie Kinsella).
Avevo voglia di qualcosa di leggero e divertente e – a mio avviso – “Sai tenere un segreto?” è uno fra i romanzi più riusciti dell’autrice: «Un libro esilarante, su un problema serissimo», scrisse La Repubblica nel 2003… «Un antidoto contro il caldo, la noia e il mal d’amore», fece eco Grazia.
E’ passato quasi un anno da quanto ho letto questo libro, ma stamattina l’ho ripreso in mano e sono andata a spulciarmi qualcuno dei passaggi più significativi. Falli soffrire 2.0/Gli uomini preferiscono le stronze, è la versione aggiornata del fortunatissimo libro di Sherry Argov, che da cinque anni è presente nella classifica dei libri più venduti in Italia, con la Piemme, e che è stato tradotto in trenta lingue.
Io non sapevo nemmeno che questo libro esistesse, fino a quando un’amica non mi ha chiesto “lo hai letto?”, per poi decidere di regalarmelo per Natale vista la mia risposta negativa.
Il libro di cui vi parlo oggi è riemerso durante il trasloco dei miei genitori (evidentemente mia mamma aveva pensato di potersene appropriare, ma si sbagliava!!!). E’ un libro che mi è stato regalato molto tempo fa dal sig. Vittorietti che di mestiere fa il promotore librario. Quando entrava nella mia libreria per lavoro, tutte le volte che poteva, mi portava un regalo una copia omaggio di un bestseller per adulti o qualcosa che doveva cominciare a promuovere e sul quale voleva un mio parere. “I codici del labirinto” di Kate Mosse (non la famosa modella – che si chiama Kate Moss – ma la giornalista, scrittrice e appassionata di Storia ed esoterismo) è arrivato sui miei scaffali personali in questo modo.
Questo romanzo mi è stato regalato da Edy, l’amico che negli anni ho soprannominato “spacciatore di favole e fumetti“. Una figura che non ha proprio nulla di inquietante, anzi vi dirò di più: se non avete un amico che nella vostra vita sappia ricoprire questo ruolo siete sfortunati e dovete subito correre ai ripari (ma non so se Edy presti servizio anche con gli sconosciuti… E’ il mio spacciatore personale). Già, perché per lui non si è trattato solo di mettermi a parte di quanto amava (o aveva amato) leggere, degli autori che porta nel cuore ogni giorno; lui ha fatto di più, è andato in cerca di libri che riteneva potessero essere perfetti per me e me ne ha fatto dono (si può desiderare di avere un amico migliore?).
Vi piacciono i romanzi di Andrea Camilleri? Avete letto le avventure del commissario Montalbano?
Ok, queste sono le prime due domande, ora ve ne faccio altre due!!!
Siete innamorati della Sicilia e della sua storia? Pensate che gli oggetti possano fare parte di quella storia e che forse riescono, in qualche modo, anche a trasformarla?
Se la risposta a tutte queste domande è “sì” allora siamo d’accordo!!!!
Mariangela lo ha evocato alla fine del suo ultimo post. Io dopo un’influenza di quelle brutte e cattive, perché di quelle che ti impediscono anche di posare gli occhi su un libro, ho deciso di scrivere proprio de “Il libro delle anime” di Glenn Cooper. Un po’ perché da diverse settimane mi frullava in testa il desiderio di scrivere qualcosa su questa saga, un po’ storica, un po’ thriller, un po’ noir, un po’ gialla… Un po’ perché se non mi affretto Mariangela mi ruba anche questo romanzo. E, invece, zac! Questo me lo pappo io! Anche se mi sento un po’ in difficoltà, perché fra il dire e il non dire di questa recensione rischio di farmi sfuggire qualcosa che giustamente Mariangela ha lasciato in sospeso nel raccontarvi il precedente episodio… E non vorrei rovinarvi qualche sorpresa.