Il titolo del libro di cui vi parlo oggi, L’importanza di chiamarsi Hemingway di Anthony Burgess fa il verso a L’importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde. E il gioco di titoli raddoppia, visto che già quello dell’opera di Wilde, nota anche come L’importanza di essere onesto (probo, franco, fedele) “scherza” con il nome del protagonista – che proprio come
C Chissà come dicono minchia in Malesia è un romanzo di Gualtiero Sanfilippo al quale non ho saputo resistere qualche giorno fa al CUB – Castello Ursino Bookshop. Mi ha fatto ridere il titolo e la logica da traduttore sottesa al titolo stesso… Perché qui non si tratta solo di tradurre un termine, un significato, ma tutti gli
C’è un bimbo che dalla finestra della sua stanza osserva il mondo. Conta le macchine che percorrono la strada che passa sotto casa sua: 2809 in un’ora, 1412 in quella accanto che è meno trafficata, ma ha anche più macchine parcheggiate. Il bimbo osserva il mondo e scandisce il tempo con gli orari dei pullman
Quando ero una ragazzina, sulle televisioni locali era frequente vedere lo storico Santi Correnti che raccontava le leggende e spiegava i proverbi e i modi di dire siciliani. Santi Correnti fu il primo a istituire la cattedra di Storia della Sicilia nell’insegnamento universitario, tenendola dal 1970 al 1996 presso l’ateneo catanese. Non stupisce quindi che
Vi ho mai detto che adoro Quentin Blake? Non credo, perché sulle pagine delle Matte da Leggere parliamo più spesso di parole che di illustrazioni (anche se a noi Matte le illustrazioni piacciono un sacco). Ad ogni modo, stavo facendo un giro sul web, mi ero persa sulle pagine della Fiera del Libro per Ragazzi di
Ci sono frasi che riescono a catturare il nostro interesse in un soffio, a stuzzicare la curiosità di capire la logica che vi è sottesa e il passato che racchiudono. E’ stata così la frase riportata in quarta di copertina di Perdersi di Charles D’Ambrosio: “Se uno sa amare astrattamente, gli basta una giornata storta per odiare
Quant’è bello stare al CUB – Castello Ursino Bookshop e potermi dedicare alle letture che mi ispirano sul momento. Probabilmente, questo romanzo, avrebbe potuto scriverlo mia sorella… Perché se una sorella cattiva c’è, quella sono certamente io (almeno nella sua testa). La sorella cattiva di Véronique Ovaldé mi ha attratta subito e ho fatto bene a sceglierlo perché,
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, visto che si tratta di un #nostalgicreader, questo romanzo non appartiene alla mia adolescenza, ma al mio periodo trascorso fra gli scaffali della mia libreria. Non lo avevo mai letto (per qualche strana ragione, questo titolo non fa parte della collana dei libri per ragazzi di proprietà della mia
Avete presenti quei banchetti luculliani che si vedono nei film ambientati nel Medioevo? Avete presenti quelle tavolate lunghe chilometri con il re al centro che sbrana un cosciotto di maiale? Quelle tavole con i boccali che – spesso – venivano avvelenati facendo cadere dall’anello polveri e/o liquidi (motivo per cui il galateo a tavola, ancora