Dopo tutte le presentazioni di fine marzo, ho avuto bisogno di fare una pausa. Non dalle letture, ma dal recensire libri che ho appena finito di leggere. Giusto per prendere maggiormente le distanze da quello che a brevissimo troverete su queste pagine virtuali.
Così mi sono persa nuovamente in quelli che sono i meandri della memoria di una #nostalgicreader e ho cominciato a scandagliare l’archivio delle Matte da Leggere, per capire cosa non fosse ancora passato sotto la lente attraverso la quale mi fa piacere ricordare quelle che sono le letture del cuore. Non solo in termini di libri del cuore, ma anche laddove ci fossero particolari aneddoti di vita privata che meritavano di essere raccontati.
Oggi è il turno di uno dei miei romanzi preferiti da bambina, uno di quelli che dalle dagli scaffali della biblioteca d’infanzia di mia mamma è passato prima nelle mie mani e poi in quelle di mia sorella Kikka: Pattini d’argento di Mary Mapes Dodge.
La trama, per chi non conoscesse questo classico della letteratura per ragazzi, racconta dei fratelli Hans e Gretel Brinker che vivono nel paesino di Broek, in Olanda, alla fine dell’Ottocento.
Il padre dei ragazzi, Raff, a causa di un incidente non può più lavorare e sono proprio i due ragazzi, insieme alla madre Meitje a tirare avanti la baracca. Il sogno dei ragazzi è quello di vincere una gara di pattinaggio indetta su un canale ghiacciato, il cui premio è un meraviglioso paio di pattini d’argento. Le possibilità di vincerli sono davvero poche, visto che i pattini dei due fratelli sono in legno e modestissimi. Hans ha fatto economia per potersi permettere almeno un paio di pattini in acciaio, ma quando entra in contatto con il noto medico Boekman, decide di “sacrificare” il suo gruzzoletto perché il padre possa essere operato da questo dottore. Il medico, però si commuove e decide di eseguire l’operazione gratis.
Se non avete letto il romanzo, non voglio svelarvi né cosa accadrà al papà di Hans e Gretel, né tantomeno chi vincerà la gara… E neanche gli scenari aperti con cui si conclude la storia.
Voglio raccontarvi, invece, della commozione che ho provato via via che mi inoltravo – piccola bambinetta un po’ capricciosa – nelle pagine di questo libro. Vi racconterò di me a 8 anni, seduta tutta rannicchiata sul divano del salotto di casa mia, con una lampada accesa al mio fianco, che chiedo a mia mamma «Ancora un capitolo, e poi vado a letto. Promesso!» (salvo, poi ripetere la stessa frase tante altre volte, nella speranza di poter concludere la lettura di quel romanzo in un solo respiro). Vi racconterò di quando da questo vecchio libro dalla copertina in tessuto si staccò il dorso – a furia di essere letto, riletto e sfogliato – e del senso di colpa che provai nell’aver anche se involontariamente danneggiato uno dei libri del cuore di mia mamma. Vi racconterò della sua dolcezza nel dirmi «Non ti preoccupare. Ti è piaciuto tanto e lo hai letto molte volte. La copia era già un po’ rovinata… Può accadere». Vi suggerirò di comprarlo per i vostri figli/figlie per insegnare loro il valore del sacrificio, e l’importanza della famiglia e di tutti i valori a essa connessi. Vi accennerò al fatto che dopo aver letto questo romanzo il mio sogno era quello di diventare campionessa olimpica di pattinaggio artistico sul ghiaccio (no comment, please!). E potrei raccontarvi molte altre cose… Ma per ora mi fermo qui. Una nota sulle edizioni che trovate evidenziate con le copertine che ho scelto: la mia copia di Pattini d’argento è a casa dei miei genitori (e spero di poter presto documentarla con uno scatto), ma queste tre edizioni sono quelle che considero essere le migliori sul mercato, ciascuna con le proprie specifiche caratteristiche: dalla traduzione alle illustrazioni, passando per una prefazione firmata Beatrice Masini per l’edizione Fanucci. Scegliete 🙂
C
(Pattini d’argento di Mary Mapes Dodge, Fanucci, Mondadori, Bur)