Qualche giorno fa, vi dicevo che vi avrei parlato di un libro che ho preso in prestito a Martina, la direttrice dell’asilo di Tito. Lei ha organizzato una cassettina all’ingresso della scuola, dove ha inserito parecchi titoli di interesse “mammesco” e qualche giorno fa, con la sua copertina rossa, spiccava Manifesto della mamma imperfetta di Giordana Ronci, con illustrazioni di Maria Maddalena Monti.
Spiccava con la copertina certo, ma aveva altre due caratteristiche importanti: sembrava piuttosto agile (circa 70 pagine) e la logica sottesa a quel titolo mi era parsa interessante. La quarta di copertina, infatti, recita: “mettere al mondo un figlio è una delle più grandi espressioni della nostra forza creativa, e quando questa forza creativa viene sprigionata possiamo trasformarci nel meglio di noi stesse“.
Il fatto è che, invece, proprio al contrario del contenuto di questa frase, non c’è mamma che non si sia sentita inadeguata, incapace, insufficiente, non all’altezza. Tante volte mi è capitato di guardare con ammirazione una mamma che era perfettamente vestita e pettinata, senza neanche una macchia di pappa (o moccio) sul maglione (o cappotto o sciarpa o pantaloni) che improvvisamente è diventata visibile quando siamo scese dalla macchina per lasciare il bambino all’asilo (io sono sempre un disastro). Quando ho cominciato a portare Tito all’asilo mi sono ricoperta di sensi di colpa… Anche ora quando mi capita che se uno dei pomeriggi che ho fissato oltre l’orario diurno dell’asilo è svincolato da altri impegni lavorativi io non mi senta a posto con me stessa se non faccio la spesa, raccolgo e stiro almeno una lavatrice intera si bucato (e magari ne stendo anche un’altra) e soprattutto se non vado a prendere il bambino molto (ma proprio molto) prima dell’orario consueto. E da un lato è certamente il desiderio di stare con mio figlio, ma dall’altro all’esigenza di tirare il fiato si affianca una vocina che mi dice “ma povero cucciolo… non lo vai a prendere?”
Questo libro insegna che nessuno è perfetto. Che l’im-perfetto è divenire, mentre il perfetto è lo stare (e che il mutamento è più interessante), che educare all’im-perfezione CONSAPEVOLE significa educare alla felicità e alla libertà (non fa niente se non rai rifatto il letto prima di uscire da casa anche se sai che qualcuno ti guarderebbe con disapprovazione).
Le immagini mentali che ci reale Giordana Ronci permetteranno a tutte le mamme di immedesimarsi per capire che ogni mamma è speciale a modo suo, ogni essere umano lo è: non ci sono mamme perfette, siamo tutte (e tutti) meravigliosamente mi-perfette perché non si finisce mai di imparare, soprattutto essere mamma è un processo in continuo divenire e che richiede enormi capacità di adattamento.
Quindi si va alla scoperta delle vite da mamme, nessuna (proprio nessuna) uguale all’altra, e citando un testo di Giada Sundas divenuto virale vedrai i giorni possibili da vivere: quelli in cui avrai i fazzoletti lenitivi effetto seta con sentore balsamico e pasta emolliente per narici screpolate e altri in cui gli asciugherai il moccio con un salvaslip… quelli in cui ti diletterai in articolate spiegazioni accademiche ai suoi quesiti sulla vita alta in ciò un PERCHE’ SI’ OCCHEI? sarà il meglio che riuscirai a fare… quelli in cui intonerai la più soave ninna nanna scritta di tuo pugno a m mezzo soprano, altri in cui intingerai la federa nel cloroformio… E scoprire soprattutto che non ci saranno mai, mas proprio mai giorni in cui potrai fare la cacca da sola.
Carla Panza
(Manifesto della mamma imperfetta di Giordana Ronci, Tlon edizioni, pag 80, euro 8)