Visto che la scorsa settimana ci aveva parlato del libro Il suggeritore ecco che su queste pagine di byte torna Giuliana Furnò che ci parla di un altro libro di Donato Carrisi. Se uno si fa prendere da un autore non c’è proprio niente da fare. Buon martedì dei Matti per le Matte.
Dopo avervi parlato de “Il suggeritore”, libro d’esordio di Donato Carrisi che mi ha letteralmente travolta, saziando in pieno la mia smodata voglia di thriller, sarebbe stato impossibile non condividere con voi “L’ipotesi del male”, l’altrettanto intenso e travolgente romanzo dello scrittore pugliese, nonché sequel naturale de “Il suggeritore”. Dopo avere scritto un romanzo di grande successo per un autore è sempre difficile riconfermarsi, ma non è stato il caso di Donato Carrisi, che con “L’ipotesi del male” si è riconfermato come uno degli autori più interessanti nell’universo del thriller.
Questa volta non c’è un serial killer, o meglio, ce ne sono tanti… Il male è rappresentato da tanti individui diversi, tutti, in qualche modo, collegati tra loro. Tutti pericolosissimi e guidati dalla stessa sete di vendetta e di sangue. A cercare disperatamente la chiave per scardinare questo contorto meccanismo cercando di scoprire chi ne sta a capo è Mila Vasquez, la poliziotta che avevamo già imparato a conoscere ne “Il suggeritore” e che è specializzata nella ricerca delle persone scomparse. Gli scomparsi, ne “L’ipotesi del male” sono proprio loro a tornare dal passato e a diffondere panico allo stato puro tra i personaggi del romanzo, ma anche tra i lettori. Il finale del romanzo è imprevedibile come pochi e lascia aperta la possibilità ad un’altra avventura dell’agente speciale Mila Vasquez.
Come al solito perfetto il meccanismo con cui Carrisi sceglie di narrarci la sua storia. La tensione è presente dall’inizio alla fine del romanzo e cresce di pagina in pagina. Lo stratagemma utilizzato dall’autore è non fornire mai al lettore dei precisi riferimenti geografici che possano consentirgli di collocare fisicamente la serie di crimini ed orrori commessi dai vari assassini. Quello che ci viene raccontato potrebbe accadere in qualsiasi luogo di qualsiasi città e di certo non è esattamente un clima di tranquillità quello respirato dal lettore che sfoglia le pagine de “L’ipotesi del male”.
Come se non bastasse, Mila Vasquez, l’unico personaggio su cui poter riporre la fiducia per uscire dall’impetuoso vortice del male che sembra inghiottire tutti, è una figura al limite del supporto psichiatrico. Cupa e anaffettiva, chi le si avvicina deve stare ben attento a non toccarla (odia il contatto fisico). Mila è attratta dal “buio”e non riesce a farne a meno, ce lo dice lei stessa quando afferma: “è dal buio che vengo e nel buio devo ritornare”… Non esiste persona più adatta per cercare di svelare l’ipotesi del male. Non esiste personaggio più azzeccato per un thriller di tutto rispetto.
Mai banale, né scontato, pur mantenendo molte somiglianze con “Il suggeritore”, “L’ipotesi del male” è un libro da non perdere.
(L’ipotesi del male/Donato Carrisi/ Longanesi/ pp 432/ 18,60 €)
Giuliana Furnò