Quando scrivevo la tesi del mio Dottorato di ricerca, ho deciso che avrei fatto mie alcune pubblicazioni (che sono in attesa di ricevere e delle quali spero che vi parlerò a breve). La mia tesi è stata dedicata alla fiaba tradizionale come strumento di acquisizione lessicale e linguistica e mentre lavoravo sulle fiabe classiche il mio interesse si è via via allargato alle fiabe, alle favole, alle leggende e ai racconti popolari, in particolare siciliani. Al di là delle edizioni che ho deciso di regalarmi (che mostrano una connotazione filologica, forse di interesse troppo specialistico), l’argomento può essere di interesse per tante persone per cui oggi vi consiglio di leggere Leggende e racconti popolari della Sicilia di Nino Muccioli (per Newton Compton Editori) perché, come suggerisce il sottotitolo, attraverso la voce della tradizione rivive il patrimonio di memorie di una cultura millenaria.
Non soltanto conservazione e divulgazione. Il folklore oggi viene inteso anche come cultura di contestazione dove emergono le verità socio-politico ed etico-religiose del fatto storico. Il termine “leggenda” viene dal latino “legenda”, traducibile con un “da leggersi” dove l’elemento storico, arricchito e/o deformato dalla fantasia popolare e da elementi irreali e fantastici viene suggerito alla lettura nei termini di esempio da imitare. Il lavoro compiuto dall’autore del volume, che ha lavorato su una selezione delle innumerevoli possibilità offerte dal folklore siciliano, ha il pregio di essere aggiornato dal punto di vista storico-scientifico ed estetico (nella leggibilità e scorrevolezza dei racconti proposti), ma soprattutto pone le basi per un’interpretazione del carattere, della filosofia e della morale del popolo siciliano con una Storia lunga, articolata e complessa.
Il volume è una vera e propria dichiarazione d’amore per questa terra magica che è la Sicilia, ricca di bellezze e di contrasti. Articolato in otto parti, il libro cerca anche di restituire nella migliore maniera possibile la musicalità dello stile originario in dialetto siciliano (perché, si sa, “tradurre” significa in qualche modo anche “tradire”).
La prima parte, con le sue nove leggende, intende presentare le nove città siciliane. La seconda è dedicata alle leggende e alle storie d’amore; la terza, alle leggende di giustizia e di morte; la quarta, ha per tema “la roba”; la quinta e la sesta, hanno per argomento storie di tipi, personaggi e di luoghi e opere; la settima affronta non tanto i proverbi, quanto le storie fiorite in Sicilia intorno al formarsi di proverbi (è noto – suggerisce l’autore – il carattere sentenzioso dell’idioma siciliano); l’ottava e ultima sezione, infine, racconta la storia, l’arte, le bellezze e le peculiarità delle città dell’Isola… Come in un cerchio che si apre all’inizio del volume e si chiude con l’ultima pagina.
Si comincia con Messina e la leggenda di Colapesce, si prosegue con Falaride di Agrigento. Quindi si vola su Catania con “u Liotru” e la leggenda di Eliodoro, per raggiungere Palermo con la leggenda di Santa Rosalia. E poi ancora Enna con il ratto di Proserpina, Ragusa con la leggenda di Dafni, Trapani e la storia di Vito Lucchio, Siracusa e la leggenda di Aretusa, Caltanissetta e la grotta del cavallo. E poi ancora Ciafar e Iras, la storia della Baronessa di Carini, San Francesco di Paola, la storia e la leggenda dei Vespri siciliani, le catacombe dei cappuccini e il conte Cagliostro, Rocca Brusambra e Rocca d’Entella, la storia dei Beati Paoli, la leggenda delle “trovature”, la leggenda del gelso, la storia di Sant’Agata, la leggenda di re Artù e del cavallo del vescovo, la leggenda di San Giorgio e il diavolo, le storie di Giufà, le storie su Pietro Fudduni, la storia e la leggenda del castagno dei cento cavalli, l’opera dei pupi, i diavoli della Zisa e la leggenda del Duomo di Monreale… e tante, tante altre ancora. Re, briganti, astuti contadini, condottieri famosi, affascinanti figure di donne sul palcoscenico della Sicilia.
Carla
(Leggende e racconti popolari della Sicilia di Nino Muccioli, Newton Compton Editori, pag. 287, euro 9.90)