Questo romanzo l’ho letto prima ancora di diventare libraia per bambini. Mia mamma, prima di andare in pensione, era insegnante di lettere in una scuola media di Catania; un giorno, tornò a casa con un romanzo fra le mani che intendeva far leggere ai propri alunni. E io, quatta quatta, me ne sono appropriata e l’ho letto tutto d’un soffio. Ed è stato amore a prima vista.
«Bisogna trattare con cura le parole. Non ripeterle a ogni piè sospinto. Né usarle a casaccio, l’una per l’altra, raccontando bugie. Altrimenti si logorano. E, a volte, è troppo tardi per salvarle».
E’ uno fra i passaggi chiave del romanzo La grammatica è una canzone dolce, di Erik Orsenna. Protagonista indiscussa delle 139 pagine è la parola, senza la quale ciascun uomo sarebbe un deserto.
Coprotagonisti dell’avventura di cui si racconta sono i fratelli Giovanna e Tommaso che naufragano su un’isola bellissima e molto speciale. Strana davvero quest’isola, che nonostante la tipicità tropicale determinata da palme, barriera corallina e mare azzurro e trasparente, ha anche altre caratteristiche uniche: un ospedale per curare le parole malate, una fabbrica per costruire frasi, un municipio che celebra matrimoni fra sostantivi e aggettivi, negozi che vendono parole, distributori automatici di articoli e orologi a pendolo per i modi verbali. Insomma, un luogo dove le parole hanno un’anima e quindi si emozionano, si sposano, sia arrabbiano, esprimono sentimenti.
L’isola è quasi una grammatica vivente dove Giovanna e Tommaso – muti a seguito dello spavento per il naufragio – impareranno a parlare con una consapevolezza aggiuntiva sulla ricchezza della lingua e sull’amore necessario per tenerla viva. Uno sguardo delicato a una materia (che spesso risulta ostile) che non è solo un insieme di regole rigide e difficili, non è solo un supplizio o una tortura scolastica. Anzi, piuttosto, studiarla significa concedersi la possibilità di esprimersi con la ampiezza e precisione, perché per esprimere ogni sentimento c’è una parola ben precisa e se non si sa dare un nome alle emozioni (il fatto che i ragazzi siano ammutoliti, vi fa venire in mente qualcosa?) significa soffrire e maltrattare le parole… Che – invece – possono essere il nostro salvagente.
Un racconto poetico, una delicata allegoria, una crociata per salvare le parole dimenticate e non abusare di quelle troppo comuni. Un libro che con dolcezza incoraggia i ragazzi allo studio linguistico. Una favola moderna con consigliare a tutti gli insegnanti. Ma se sto diventando monotematica… Ditelo con franchezza!
(“La Grammatica è una canzone dolce” di Erik Orsenna, Salani)
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