Orazio Longo ha fatto il bis, con il suo nuovo libro La Conquista. In bilico sulla vetta senza nome (Edizioni Efesto). Lo abbiamo presentato a Castello Ursino lo scorso 3 gennaio, inaugurando così la stagione 2017 delle presentazioni letterarie di CUB – Castello Ursino Bookshop.
Non vi racconterò della presentazione, vi racconterò del libro che ho letto molti giorni dopo averlo ricevuto, scoprendo che ci voleva davvero poco per finirlo perché le pagine scorrevano velocemente.
Vincenzo guarda il mondo a testa in giù. No, non è un fachiro. E’ un rocciatore che è rimasto vittima di un gravissimo incidente sul Karakorum, ridiscendendo la montagna. E’ un filo a tenerlo in vita, e non è una metafora. Attende i soccorsi e nel frattempo vede scorrere davanti ai suoi occhi tutta la sua vita, quella vita che pensa gli stia sfuggendo di mano, quella vita che minuto dopo minuto sembra lo stia abbandonando per sempre.
Cosa è successo? Bisogna tornare indietro negli anni, o anche solo nei mesi.
Orazio Longo all’inizio dell’estate ha incontrato Antonio Capassi, uno dei rocciatori abruzzesi che nel 1986 conquistarono la vetta del Karakorum che, nel suo nome, ricorda quell’avventura “Abruzzo’s Peak”. Antonio racconta ad Orazio di avere scritto un diario di quella spedizione, conclusa solo per miracolo senza morti. Orazio pensa che quella storia, sconosciuta ai più, deve essere raccontata al mondo intero. Lo fa mettendo insieme le sue due anime, o forse sarebbe meglio dire due delle sue anime (Orazio fa un milione di cose). Da un lato a scrivere è l’autore appassionato di scrittura, di storie da immaginare e mettere nero su bianco, dall’altro a scrivere invece è il giornalista che riporta, capitolo dopo capitolo, le pagine di quel diario, riadattandole leggermente alle esigenze editoriali. La storia di Vincenzo parte da un fatto vero che si intreccia con delle vicende immaginate. Il diario invece racconta la scalata fin nei suoi minimi particolari.
Il libro va a due velocità, un ritmo accattivante che non ti fa mollare le pagine per scoprire come Vincenzo sia arrivato a quel giorno di agosto del 1986. L’ho detto ad Orazio e lo dico anche a voi, la sua scrittura mi è piaciuta moltissimo, e non è un atto di piaggeria nei suoi confronti, è vero.
Il libro è uno di quelli che noi abbiamo ribattezzato #LOTROVATEDACUB. Oltre ad essere una bella lettura ha un altro vantaggio, vi racconta una storia della quale magari non avete mai sentito parlare, una storia che vale la pena conoscere. Nel mondo ci sono tanti uomini e donne con passioni che li portano a partecipare ad avventure che richiedono soluzioni estreme. Conoscere poi Antonio Capassi, che ha raccontare la sua avventura è stato un po’ come essere sul Karakorum con lui che, nei suoi occhi azzurri, rivede quelle immagini di trent’anni fa.
(La Conquista. In bilico sulla vetta senza nome/ Orazio Longo/ Edizioni Efesto/ pp 244/ €16,50)
Mari