Eccoci giunti ad un altro appuntamento con i Matti per le Matte. Oggi è la volta di Giulia che ci racconta “La Colonna Di Fuoco” di Ken Follet.
Grazie Giulia e buona lettura a voi!
Tra i regali che ho sempre preferito, sin da bambina, i libri occupano sicuramente una delle posizioni più alte. L’ultimo che ho ricevuto, per il mio compleanno, è un “mattone”, scritto da quello che consideravo (pur senza averlo mai letto), e che adesso a ragion veduta reputo essere uno dei mostri sacri della letteratura. Parlo de “La Colonna Di Fuoco”, ultima impresa letteraria di Ken Follett.
Il romanzo è il terzo capitolo della famosa “saga di Kingsbridge”, di cui fanno parte l’intramontabile “I Pilastri della Terra” e “Mondo Senza Fine” (già entrambi nella mia lista desideri Amazon). Per chiunque stia pensando di abbandonare qui la lettura e non acquistare il libro perché non ha letto i due precedenti capitoli, state tranquilli: la storia è perfettamente a sé stante (anche se ci dovrà pur essere un filo conduttore, che sospetto essere per lo più legato all’ambientazione e all’imponente cattedrale di cui vi parlerò fra poco), quindi potete leggere l’ultimo romanzo pur facendo a meno dei precedenti, anche se penso e spero che vi verrà voglia di leggerli – o meglio, divorarli.
Come accennato sopra, a fare da sfondo alla vicenda è la magnifica cattedrale di Kingsbridge, che assiste, muta e maestosa, ai fatti che si svolgono in Inghilterra – ma non solo – a partire dal 1558, anno di avvio della narrazione.
Ken Follett narra magistralmente gli eventi che fanno parte di uno dei più periodi più bui della storia d’Europa, lacerata dai sanguinolenti conflitti religiosi. Attraverso i due principali protagonisti, Ned Willard, figlio di un mercante protestante, e la giovane Margery Fitzgerald, figlia dell’intransigente e cattolicissimo sindaco della città, veniamo catapultati in un’epoca in cui la libertà, di qualunque tipo, è cosa rara, specialmente per le donne. Le vicende – fittizie – si intrecciano coi fatti storici che vedono al centro la successione al trono di Inghilterra dopo la morte di Maria I di Inghilterra, detta la Sanguinaria a causa delle numerosissime uccisioni avvenute durante il suo regno nei confronti degli oppositori religiosi. Proprio la religione può essere considerato il motore trainante dell’intero romanzo, che genera guerre, massacri, tradimenti, divisioni, nonché la lunga separazione tra Margery e Ned, il quale viene ingaggiato in una ampia rete di spionaggio voluta da Elisabetta I, la prima della storia.
La ricca cornice di personaggi più o meno secondari fornisce un campionario molto variegato di individui, i quali costituiscono un fedele spaccato della società europea del tempo. Ognuno trova il suo spazio, è perfettamente collocato all’interno della storia, dal fratello maggiore di Ned, Barney, amante della navigazione, all’impavida Sylvie, disposta a rischiare la vita per i propri ideali, fino all’arrogante Pierre Aumande, subdolo arrampicatore sociale disposto a compiere le brutalità più impensabili per poter ricevere un prestigioso nome che pensa gli spetti di diritto.
Gli eventi si susseguono in maniera fluente e veloce – per non lasciare il lettore in preda alla noia, ma non troppo rapida, per consentirgli di comprendere e assaporare ogni singolo avvenimento. La sapienza e la maestria dell’autore sono ben visibili in ogni pagina, dalla descrizione dettagliata delle battaglie via mare, alla fitta narrazione delle macchinose trame dei potenti. Perché in fondo, i veri antagonisti del romanzo – e della storia – sono loro, i tiranni, uomini senza scrupoli pronti a far fuori qualunque cosa, o persona, sia in mezzo tra loro e il potere. Ma la storia mostra anche la forza e il coraggio di persone che credono nella tolleranza, nella possibilità di scendere a compromessi per vivere in pace. Perché non esiste credo religioso in grado di giustificare tali violenze.