L’appuntamento con il quarto volume della saga “Il diario del vampiro” di Lisa Jane Smith giunge in ritardo di un lunedì (visto che l’altro ieri abbiamo saltato il post). Chiedo scusa, ma domenica ho fatto il compleanno ed M, insieme a mio marito Marzio, agli Stipsy King tutti (presidente compreso), Anna, Marco mi hanno fatto la festa a sorpresa.
Non festeggiavo gli anni dal mio ventesimo compleanno, quindi la sorpresa è stata davvero bellissima… Anche perché dopo la prima influenza di stagione (no comment, please!), l’assenza di tutta la mia famiglia in blocco -traslata al matrimonio di mio cugino Alessandro a Grumello del Monte (BG) – mi aveva messo addosso non poca tristezza. Certo, però, tutte le mie intenzioni di finire il libro nel pomeriggio domenicale per scrivere il post in serata e pubblicarlo al lunedì mattina sono sfumate fra patatine, pane e nutella, plumcake e cornetti salati, quiches, olive, pomodorini secchi, provola affumicata, mortadella a cubetti, birra, spumante e torta.
Adesso basta scuse e veniamo al libro.
Continuare a parlare di una saga così lunga senza raccontare nulla ha davvero del complicato. Certo era che il primo nucleo narrativo di cui abbiamo parlato nello scorso post, non potesse davvero contemplare il sacrificio definitivo che era stato necessario affrontare per vincere il primo supercattivo della saga. Era chiaro, ma è inaspettato il modo in cui la questione trova una soluzione.
Bonnie, la sacerdotessa druida amica di Elena che affianca Stefan nella nuova battaglia che minaccia Fell’s Church, come sappiamo è in grado di oltrepassare il sottile confine fra realtà e sogno ed è lì che scopre cosa minaccia la sua cittadina natale. Nel frattempo veniamo anche a conoscenza delle ragioni per cui sembra che tutte le creature soprannaturali del pianeta si siano date appuntamento proprio lì, a Fell’s Church.
E dopo i vampiri, a fare la propria apparizione, sono i lupi mannari. Lune rosse che sembrano sanguinare in mezzo al cielo, denti affilati che luccicano nell’oscurità. E violenza. Non posso dirvi chi si trasforma in lupo mannaro… Posso però raccontarvi che a risvegliare questo gene sopito è un nuovo supercattivo giunto in città… Un Originario. Un vampiro antico quanto il mondo (o quasi).
Man mano che vado avanti nella lettura (nel frattempo, completato “La messa nera” ho cominciato “Il risveglio“) mi rendo conto sempre più che l’andamento della storia mette in campo argomenti un po’ triti per il genere, ma il modo in cui vengono snodate le questioni resta piacevole da leggere e avvincente. Chi si risveglia – mi pare chiaro – non ve lo dico. Ma il modo in cui questa creatura riprende il contatto con la realtà da cui è stata strappata ha del magico e del miracoloso. Non è ancora dato sapere il perché di questa grazia, ma penso che Lisa Jane Smith mi darà presto delle soddisfazioni a riguardo. Vi tengo aggiornati sui seguiti. Al prossimo post.
C
(“Il diario del vampiro” di Lisa Jane Smith, Newton Compton editori, 10 romanzi in uno, euro 8,90)