Avete presente quando, dopo avere visto film e dopo avere letto il libro, vi viene da dire “ma siamo pazzi?”. Con Il Club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey a me è venuto esattamente in mente questo, e non mi è servito nemmeno finire il libro. Vi dico una cosa, mi sono ricreduta assai.
Un pomeriggio, di ottobre, ero a casa in uno di quei pomeriggi in cui “Mari fai un po’ quel cazzo che ti pare e tieniti lontana dal lavoro”. In quei casi l’unica intelligente da fare sarebbe prendere il pc e lanciarlo dalla finestra, ma è una cosa che non faccio mai per tutta una serie di motivi, il primo dei quali di carattere economico: chi me lo ricomprerebbe poi il pc lanciato dalla finestra? Quel pomeriggio la ho trovato su Netflix questo film dal titolo quanto mai assurdo e divertente. L’ho visto e, a parte essermi innamorata del protagonista, il maschio ovviamente, mi sono detta “ne voglio sapere di più” e ho cercato su google e ho scoperto che si trattava della trasposizione cinematografica di un libro. Tac ho detto: questo lo propongo al Club di lettura del Castello Ursino. Il C(L)UB ha apprezzato, peccato che quando abbiamo contattato Astoria edizioni il libro, scritto da Mary Ann Shaffer & Annie Barrow fosse in ristampa. Bene, se non potevo leggerlo con le clubbers, dovevo trovare un altro modo. Un mese e mezzo dopo ho scoperto che una copia del libro era alla Vicolo Stretto, tac, l’ho comprata.
Mi sono messa comoda sulla sedia della mia cucina e ho cominciato a leggere. Prime pagine e delusione assoluta, il libro è in formato epistolare, non ci sono dialoghi, niente di niente, ma solo lettere mandate una dietro l’altra, alcune tutte in un giorno. Dopo una ventina di pagine ho chiuso il libro e ho cominciato a passeggiare per casa. Non poteva essere, la storia di Juliet Ashton e Dawsey Adams, bellissima su Netflix, non poteva essere stata ripresa da quelle lettere. Sì, mi sono arrabbiata. La morale vera è che il libro l’ho finito in due giorni, occhi spalancati, cuore aperto e grande soddisfazione nella consapevolezza di avere potuto assistere al racconto di due due storie bellissime, quella scritta e quella televisiva. Perché era chiaro che nel film non potessero raccontare le lettere, ma dovevano mettere personaggi in carne ed ossa e lo hanno fatto alla stragrande. Veniamo al libro. Siamo alla fine della Seconda Guerra Mondiale, Juliet, una scrittrice diventata famosa, sotto lo pseudonimo di Izzy Bickerstaff, vive sotto l’ala protettrice dell’amico editore Sidney Stark. Annoiata dalla vita londinese riceve una lettera che la porta alla scoperta dell’isola di Guernsey. La lettera è firmata da Dawsey Adams, abitante dell’isola, che ha trovato un libro appartenuto a Juliet dello scrittore Charles Lamb. Tra una riga e un’altra verrà fuori la storia del Club del libro e della torta di bucce di patata, ma a raccontarla non sarà solo Dawsey, ma tutta la cittadina. Incontri, avventure, flashback, racconti del futuro, una ragnatela di personaggi cattura il cuore di Juliet e di chi legge.
Si parla di amore, amicizia, rispetto, amore per i libri e la scrittura, ma anche degli orrori della guerra, con una delicatezza incredibile.
Il film, come dicevo è un’altra cosa, però secondo me va visto comunque, con la consapevolezza che rimarrete affascinati, ma in un modo completamente diverso.
(il Club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey/Mary Ann Shaffer & Annie Borrows/ pp 292/ edizioni Astoria/ € 17,00)
Mari