Questo post nasce dal fatto che mio marito Marzio è appena partito per Milano. Niente di strano, visto che è in corso il Salone del Mobile che, considerato il suo lavoro, per lui – ogni anno – è un appuntamento imperdibile. Niente di strano, fatta eccezione per il fatto che Marzio ha fatto la valigia. E anche qui, direte voi, «Che c’è di strano? Se uno parte, deve preparare la valigia».
Adesso, io non voglio mettermi a sindacare, su come, dove e quando vada preparato il proprio bagaglio. Certo è che se si ha un volo alle 9 del mattino, cominciare a piegare maglioni, camicie e pantaloni intorno alle 23:30 della sera… Non mi sembra particolarmente astuto. Ma tant’è. Sta di fatto che in mezzo alle incombenze che hanno deciso di materializzarsi tutte nel pomeriggio e nella prima serata di domenica, io comincio ad allestire i vari necessaire per la partenza. Camicie stirate, pantaloni e maglioni piegati per bene. Quando torna a casa, dico a Marzio: «Devi solo aggiungere calze, mutande, pantofole e spazzolino da denti». «Ok!», risponde sicuro lui… E si infila nella stanza degli armadi a completare l’opera.
Dopo neanche 30 secondi, sento una voce provenire dall’oltretomba: «Ciji, ma dove sono i calzini?». Ed io: «Nel cassetto dei calzini, nell’armadio». Un mugugno di sottofondo mi lascia intendere che qualcosa stia continuando ad andare storto. «Ciji, qual è il cassetto dei calzini?». Appunto. Penso, ma decido di castigarmi e dire soltanto: «Il primo dall’alto, dentro l’armadio». Per fortuna non mi chiede “Quale armadio?” (perché non so se ce l’avrei fatta…). Passano pochi minuti. E sempre dal fondo della buia caverna dove (evidentemente) si era rintanato, sento: «Ciji, e le mutande?». Ed io: «Nello stesso cassetto». «Ah!», esclama lui e immediatamente dopo si sente un rimestare preoccupante. Ma io, imperterrita, resto in cucina e poco dopo lo chiamo: «A tavola!». Altro rimestio preoccupante, poi silenzio.
Marzio arriva a tavola. Ci sediamo. E mi chiede: «Ma io non ho uno spazzolino?». Ed io: «Scusa, ma tu come te li lavi i denti?». Lui, serafico: «Con quello elettrico!». Io, ancora più serafica: «Quindi, hai uno spazzolino elettrico. E quello dovrai mettere in valigia». Lui mi guarda come se io fossi appena caduta da un pero: «Ma pesa!». Ed io: «E che ci posso fare? Siamo andati al supermercato, avremmo potuto prenderlo. Vorrà dire che lo comprerai in aeroporto». Lui, poco convinto: «Scusa, ma se lo sapevi perché non lo abbiamo comprato?». Io fingo di non aver sentito e gli chiedo: «Puoi prendere i pomodori secchi e le olive nel frigo?». Lui si alza, sparisce in cucina e 30 secondi dopo esclama: «Ma hai finito tutto?». Io: «No, sono sulla mensola centrale del frigo». Lui: «Ma non c’è nulla». Io: «Guarda bene». Lui: «Ti giuro, non ci sono!». Io mi alzo, apro il frigo e prendo le tanto agognate olive e i pomodorini secchi dalla mensola centrale. Lo fisso con uno sguardo molto eloquente e torno a sedermi.
Scene di ordinaria quotidianità. Per chissà quante donne. Oppure uomini, ma con altre tipologie di azione: tipo la fidanzata/moglie che calcolando male le distanze per un parcheggio ha tamponato l’auto nuova o altre cose similari. Posto il fatto che io parcheggio meravigliosamente, se sono riuscita a sopravvivere a una conversazione come quella che vi ho riportato fedelmente, è grazie a “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere” di John Gray, il libro sui rapporti di coppia più venduto al mondo.
Ho acquistato il libro perché ne avevo sentito parlare talmente tanto da non poterne più… Soprattutto visto che non avevo un’opinione a riguardo. Così ho acquistato questo bestseller mondiale che si basa su un pensiero semplice, ma efficace: gli uomini hanno due diversi modi di pensare, di parlare, di amare. L’assunto del libro è che le origini (rispettivamente marziane e venusiane) di uomini e donne siano state dimenticate, ragion per cui le differenze sostanziali fra i due sessi risultano davvero incomprensibili. Ma non per chi affronta le pagine di questo libro (o di uno dei suoi – altrettanto fortunati – seguiti).
Io per esempio ho scoperto che se mio marito è uno straniero in casa, incapace di trovare calzini e mutande dentro il proprio armadio, o le olive e i pomodori secchi nel frigorifero, non è per colpa sua… Tutto è dovuto a una ragione ancestrale che rende la vista dell’uomo più sviluppata nel senso della profondità verticale (la stessa ragione per cui sarebbero più bravi a parcheggiare): perché in origine erano gli uomini a recarsi a caccia per procacciare il cibo e quindi una buona vista (anche sulle lunghe distanze) poteva tornare utile. Le donne, invece, avrebbero una vista più sviluppata in senso spaziale-laterale (motivo che le rende anche migliori nel multitasking): in origine, davanti alle caverne, le donne dovevano infatti controllare che il fuoco non si spegnesse, che nella caverna non entrassero animali pericolosi, che i bambini non si allontanassero dalla radura… E così via. “Tutti stereotipi”, direte voi, “Luoghi comuni”. E sarà anche vero (perché non si può fare di tutta l’erba un fascio), ma per me è una giustificazione che rende accettabili le “mancanze” di Marzio. Perché in realtà io sono fortunata. Per esempio, Marzio ha seguito i Master: “Piatti e tazzine da caffè non trasmigrano da soli dentro la lavastoviglie” e “Non basta mettere il cibo nel piatto, per poter dire di aver preparato la cena”. Comunque sia, sebbene non creda che il libro possa fare chiarezza sul “meraviglioso caos dell’amore“, mi sento di dire che certamente è un libro illuminante e divertente perché fornisce un punto di vista originale sulla vita di coppia, e perché – magari – può salvare il vostro fidanzato/marito dalle vostre ire funeste sollevate da differenze che vanno semplicemente accettate e rispettate. Al semplice “Gli uomini vengono da Marte. Le donne da Venere” sono seguiti anche tutta la serie di approfondimenti, spin-off e sviluppi ciascuno dei quali tratta in particolare un ambito del complicato rapporto fra gli universi femminile e maschile: dalle istruzioni per l’uso (per mettere in pratica il metodo Gray) alle regole per crescere dei figli celestiali (“…E i bambini dal cielo”). Buon divertimento.
C
(Gli uomini vengono da Marte. Le Donne da Venere di John Gray. Rizzoli, Pagg. 279, euro 15)