Mentre aspetto che arrivi un pacco regalo (ovviamente contenente un libro) inatteso, di cui spero di parlarvi a brevissimo, ho recuperato un romanzo che avevo dimenticato di aver comprato. Una bellissima scoperta… che mi dispiace di aver fatto solo di recente visto che la lettura de Gli ospiti paganti di Sarah Waters mi è piaciuta davvero tantissimo.
Ad attrarmi, probabilmente, quando ho acquistato il libro deve essere stata senz’altro l’ambientazione: Londra 1922. A pochi anni di distanza dalla fine della I Grande Guerra la città mostra ancora le ferite e le cicatrici del conflitto del 15-18. C’è molto da ricostruire, anche i cuori infranti di famiglie distrutte. Uomini strappati alle loro case, alle loro famiglie e mogli costrette a fare le affittacamere per sopravvivere. E “gli ospiti paganti” sono proprio una coppia di giovani sposi (Lilian e Len) che prende in affitto alcune stanze nella casa delle protagoniste a Champion Hill, dove l’atmosfera polverosa rimanda indietro nel tempo, a un’epoca di splendore e di vita che la guerra ha cancellato: un passato glorioso con il quale per una mamma e sua figlia Frances è difficile e doloroso convivere a seguito della loro perdita. I due figli maschi sono morti in guerra, il padre è morto di infarto dopo aver dilapidato un intero patrimonio
Ma oltre alla vita domestica c’è molto, molto di più. C’è intrigo, c’è thriller c’è crimine e c’è passione romantica. E la scrittrice riesce a far vivere le dense emozioni dei personaggi magnificamente caratterizzati e collocati in un’ambientazione 06 magistralmente ricostruita. L’arrivo degli “ospiti paganti” determinerà conseguenze disastrose per le inquiline di Champion Hill. Un amore saffico, fra Lilian e Frances, raccontato secondo lo schema dei romanzi di fine Ottocento, come una passione romantica e totalizzante, seppure trasgressivo e pieno di una tensione erotica che lascia intuire che ci sarà una svolta tragica, che odora di morte. E il morto c’è e si cerca l’assassino… E il colpevole viene anche trovato, almeno sembra in un’epoca dove non esiste CSI, non esistono luminol, DNA, test di varia natura. Basta non avere un alibi, avere dei precedenti e in tasca quella che potrebbe essere l’arma del delitto. Non importa se l’assassino è sotto gli occhi di tutti, perché se qualcosa non è logicamente plausibile… Allora è come se non esistesse. Soprattutto se il “colpevole” è perfetto. Allora il vero assassino può assistere all’indagine, alle udienze, alla carcerazione preventiva, alle deposizioni… combattuto tra il terrore di essere accusato e poi condannato e il proprio senso di giustizia (che c’è davvero).
Il finale lascia un po’ a desiderare, non appaga le aspettative di chi legge che spera – nella convulsione di sentimenti e passioni che si dipanano tra le pagine – non in un melodramma, ma in un finale forse più lirico, ma certamente più compiuto e che lasci meno perplessi… Ma forse è verosimile: nella vita vera nessun finale è totalmente risolutivo, c’è sempre qualcosa che resta sospeso… Proprio come qui.
Carla
(Gli ospiti paganti di Sarah Waters, Ponte alle Grazie, pag. 572, euro 18.60)