Vi abbiamo già parlato di Giufà in precedenti occasioni: la presentazione e il laboratorio di “La banda dei Giufà” di Carlo Carzan illustrato da Lucia Scuderi. Ma quando Emilio Barbera, l’editore di Euno (una casa editrice di cui abbiamo cominciato a raccontarvi per la presentazione di “Monologhi di una caffettiera“, di Lia Alibrandi) il baule dei miei ricordi si è spalancato e ci ho messo un po’ per decidermi a infilarci dentro la testa e raccontare anche io.
Emilio Barbera lo conosco da quando era l’editor di Città Aperta edizioni, una casa editrice che oggi non esiste più ma con la quale, al tempo in cui ero libraia abbiamo organizzato moltissime occasioni di incontro. E fra le numerose persone fantastiche che Emilio Barbera mi ha presentato ci sono anche i due protagonisti di “Giufà il Semplice“, il libro di cui sto per parlarvi oggi, scritto da Sara Favarò e illustrato da Fuad Aziz.
Sara Favarò è poetessa, cuntastorie, interprete della musica popolare tradizionale siciliana, ma anche ricercatrice delle tradizioni popolari e antropologiche, attrice e autrice anche di romanzi e saggi sociale che da molto tempo collabora con le scuole su questi argomenti e sul tema della legalità. Fuad Aziz è illustratore, pittore, scultore, favolista… Insomma, un uomo che ha dedicato la sua vita all’arte a 360°. Le sue origini sono nel Kurdistan iracheno, ma vive a Firenze da oltre 30 anni dove opera anche all’interno delle scuole con un progetto sui temi dell’educazione interculturale al racconto. Perché la penna, la matita e il pennello di Fuad sono poesia pura e non a caso è stato definito l’artista della pace.
Era il maggio del 2011 e io stavo per portare a compimento quella che sarebbe stata la mia ultima edizione di “Millecunti. Festival nazionale dei bambini, dei ragazzi e dei sentimenti sociali”. E in programma, su suggerimento di Emilio, avevamo inserito Sara Favarò con i suoi racconti dedicati a Giufà con i bambini del Circolo didattico di Zafferana Etnea, con i bambini della Scuola Diaz di Catania e poi da noi in libreria. E rispetto al 2011, l’edizione di “Giufà il semplice” si è arricchita di nuovi racconti, perché l’intento di Sara è anche quello di salvare dall’oblio della memoria questi racconti della tradizione del bacino del Mediterraneo che altrimenti rischiano di andare persi per sempre.