E’ un vero piacere e onore, ospitare nuovamente Giuliana sulla rubrica dei Matti per le Matte. Oggi ci racconta un romanzo che l’ha profondamente inquietata e che non le ha permesso di staccare gli occhi dal libro fino all’ultima pagina. Il libro perfetto per appassionare i nostri follower. Buona lettura!
Prima di parlarvi del romanzo di Patrick McGrath, vorrei precisare che è un piacere entrare a far parte, per un giorno, dei Matti per le Matte. Seguo costantemente le Matte da Leggere e la voglia di raccontare un libro per loro mi assaliva da tempo. Ed eccomi qui. Dopo mille dubbi su quale romanzo scegliere, mi sono detta: «Ma certo! “Follia”! Quale libro migliore di questo può essere accolto da un blog Matto!»
Bando alle ciance, dunque, e passiamo alla trama.
“Follia” si apre con le parole di Peter Cleave, un veterano psichiatra, che comincia a ricostruire, con apparente distacco, il caso clinico più sconcertante che abbia mai incontrato nella sua carriera: Stella, moglie di Max Raphael (vicedirettore di un manicomio criminale nei pressi di Londra, in cui lo stesso Peter lavora) e madre di Charlie (il figlio dodicenne), conosce Edgar Stark, un paziente che gode del regime di semilibertà e che si occupa di svolgere alcuni lavori di manutenzione all’interno dell’istituto. Affascinante scultore e artista dalla grande creatività, Edgar travolge letteralmente la vita di Stella che non riuscirà più a liberarsi di lui (in realtà non lo vuole nemmeno). Tra i due scoppia una passione che è quanto di più selvaggio e, allo stesso tempo, contorto si possa immaginare. Edgar trascina Stella nel suo mondo, facendo andare a pezzi, oltre che la sua vita (“borghese” e alquanto noiosa), anche la sua salute mentale.
C’è un evento in particolare che segna la svolta in questo romanzo… ed è la fuga dal manicomio di Edgard (paranoico violento dal fascino oscuro, che in preda a una crisi ha ucciso sua moglie) : è l’inizio di un vero inferno, non solo per Stella, ma anche per il lettore catapultato in una serie infinita di sensazioni perturbanti che fanno venir voglia di entrare nel libro e salvare la protagonista dal turbine di eventi in cui lei stessa ha deciso di buttarsi ebbra della passione per Edgar.
E non finisce qui, ma visto che sono un’appassionata delle Matte da Leggere, so bene che è il momento di fermarmi nel raccontarvi la trama. Perché altrimenti vi rovinerei la lettura.
Come avrete certamente capito, “Follia“ è un libro che mi ha colpito profondamente e, da buon romanzo psicologico, unico nel suo genere, riesce perfettamente nel suo intento: scuotere il lettore così da condurlo ad un’analisi critica che permette di sospendere il giudizio verso tutto ciò che c’è stato insegnato essere sbagliato e di capire che la realtà sa essere molto più complicata di come sembrano indicare gli stereotipi sociali.
Durante la lettura si ha la sensazione di non potersi fidare di nessuno dei personaggi. Nessuno di loro è attendibile. Tutti sembrano immersi in una dimensione di Follia.
Il titolo originale del romanzo è “Asylum” (“manicomio”) che a mio avviso esprime perfettamente il senso di angoscia e depravazione che contraddistingue le vite dei protagonisti e, allo stesso tempo, fornisce già un primo indizio sul clima di privazione e oppressione che si respirerà nelle pagine del libro. L’Asylum è anche lo spazio in cui si svolge il romanzo, McGrath ne fa il filo conduttore delle vite dei suoi personaggi. Non c’è uno di loro che non sia passato da lì: un luogo che dovrebbe essere protettivo e che invece risulta una vera e propria prigione (non solo per i pazienti, ma anche per chi ci lavora).
Edgar è la mina vagante scelta dall’autore per far esplodere la vita di questa donna che finora sembra quasi non aver mai vissuto. Incuriosita, anzi molto di più, affascinata sin da subito dal folle criminale, Stella decide di spogliarsi delle convenzioni sociali, dimentica il ruolo di moglie e quello di madre. Nulla riesce a svegliarla dall’ossessione amorosa verso Edgar. Se la storia terminasse qui onestamente sarebbe paragonabile a uno di quei romanzi rosa che poco o nulla hanno a che fare con un thriller psicologico. Invece c’è molto, molto di più. Perché a un certo punto del romanzo c’è qualcosa che non torna. E improvvisamente la prospettiva del lettore è inevitabilmente costretta a cambiare. E non aggiungo altro, se non che una volta chiuso il libro si è costretti a chiedersi da quale parte stia davvero la follia. Inquietante, ed imperdibile.
Giuliana Furnò
(Follia di Patrick McGrath, Adelphi, pagg.296, euro 12)