Con questo post apriamo ufficialmente la categoria fumetti e graphic novel. E sono felice di farlo con una graphic novel di grande spessore e della quale mi sento orgogliosa perché è opera di due cari amici: Paola Cannatella e Giuseppe Galeani (lei fumettista, lui curatore dei testi). La graphic novel è dedicata alla giornalista di origini catanesi Maria Grazia Cutuli, nel decennale della sua morte quando si trovava come inviata del Corriere della Sera in Afghanistan.
Si tratta di un fumetto per non dimenticare chi era Maria Grazia Cutuli. E Paola e Giuseppe – anche secondo Barbara Stefanelli, vicedirettore del Corriere della Sera che conosceva e voleva profondamente bene a Maria Grazia – ci sono perfettamente riusciti.
Gli autori della graphic novel hanno spinto amici, familiari, colleghi della giornalista catanese a far riemergere il ricordo di lei, a frugare nei suoi diari, nelle sue lettere… E’ così che emerge il desiderio di Maria Grazia di essere (e non di fare) la giornalista, il suo carattere, la sua fragilità mista alla sua forza, la sua tenacia, la sua ostinazione, la sua irrequietezza, la sua normale straordinarietà. E dal ricordo (o meglio, dai ricordi) nasce il regalo di poter conoscere Maria Grazia Cutuli per com’era davvero.
La ricostruzione storica che Paola e Giuseppe compiono, ha alle spalle più di due anni di studio e ricerca non solo sulla vita di Maria Grazia, ma anche sulla complessa realtà afgana. “Tutto è scaturito – dicono Giuseppe e Paola – dal desiderio di mettere in immagini i suoi articoli”… E la graphic novel, nel ripercorrere le ultime settimane di vita della giornalista catanese (dal 26 ottobre al 19 novembre 2001, data dell’agguato lungo la strada da Jalalabad a Kabul, in cui insieme al suo ex compagno Julio Fuentes e ad altri due colleghi Maria Grazia cade vittima), si è fatta graphic journalism. Quattro momenti (permanenza, passaggio, attesa e partenza) scandiscono la narrazione, ma ci sono anche flashback importanti nella vita della reporter e c’è un aneddoto che fa da fil rouge (anche grafico) a tutto il racconto e anche alla vita della giornalista: un desiderio di Maria Grazia. “Quello che ne viene fuori – hanno detto Paola e Giuseppe – è che Maria Grazia Cutuli non è una martire dell’informazione, non è la sua morte a farne un’eroina. Semmai può essere un modello, perché è stata una donna di carattere che nel suo percorso non era spinta dal successo, ma dalla voglia di realizzarsi. E la sua realizzazione era fare la giornalista nelle zone di guerra”. Da assaporare, pagina dopo pagina.
(Dove la terra brucia di Giuseppe Galeani e Paola Cannatella, Rizzoli, 16 euro)
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