Qualche giorno fa abbiamo fatto alcune nomination per “accogliere” a braccia aperte i nostri ospiti. Il salotto delle Matte, in questo ottobre, si apre con un lettore che abbiamo già ospitato qualche tempo fa. Giovanni Sinatra, un amico di Officine Culturali, oggi ci parla dei Monologhi della Vagina di Eve Ensler.
Il libro di cui vi parlerò in questo post è un testo teatrale dal titolo I Monologhi della vagina di Eve Ensler edizioni Il Saggiatore. La prima volta che sentii parlare di questo testo fu guardando una puntata di Will & Grace. Incuriosito dal titolo e fatta una semplice indagine su Wikipedia, ho scoperto che si trattava di un’opera teatrale scritta e messa in scena nel 1996 dalla stessa autrice. Quella volta non andai oltre una semplice indagine superficiale. L’occasione di approfondire il tema di quest’opera teatrale si presentò quando scelsi l’argomento della mia tesi di laurea: I Monologhi della Vagina.
Incontrare e conoscere Giuseppina Norcia è stata una vera e propria rivelazione. In realtà che fosse una tipa interessante lo avevo capito già dal libro… Perché un titolo così particolare non può essere altro che il parto di una persona speciale. Ma nel caso di Giuseppina Norcia le mie aspettative sono state disattese… Nel senso che (cosa non solo strana, ma anche rara) sono risultate inferiori a quanto Giuseppina Norcia nell’arco di mezzo pomeriggio insieme ha saputo darmi, mostrarmi, raccontarmi, dirmi di lei e della sua Siracusa. Il tutto senza autocelebrarsi, autoincensarsi…
C’è stata una fase della mia vita in cui il giornalismo, che oggi è diventato un lavoro, era un hobby. Non avrei mai voluto fare la giornalista, ma avrei voluto diventare un’esperta di discipline forensi. Leggevo un sacco di gialli, ero appassionata di saggi che avessero a che fare con criminologia, delitti, veleni, cospirazioni e tutto quello che aveva a che fare con il sangue e quindi si, anche con la morte.
Sì, forse avrei voluto fare il medico legale, ma il mio punto di maggior vicinanza con la medicina legale è stato il mio ultimo anno di università (sono laureata in giurisprudenza) quando ho fatto la mia tesi proprio in questo settore. Niente di cruento però.
Ve lo avevamo anticipato. Le Matte da Leggere si sono concesse brevi vacanze. E infatti già venerdì prossimo (il 29) saremo impegnate in una nuova presentazione editoriale sempre per VandA epublishing, casa editrice specializzata in ebook.
Alle 18:30 vi aspettiamo al Lido dei Ciclopi per un nuovo incontro sul litorale roccioso catanese per presentare, insieme all’autrice Giuseppina Norcia, il suo Siracusa. Dizionario sentimentale di una città.
Partiamo dal mettere i punti sulle i. Io questo libro l’ho letto nel 2008, esattamente nel gennaio del 2008. Qualche giorno fa però, dopo il bombardamento mediatico che stiamo subendo in questi giorni riguardo le follie che stanno accadendo nel mondo, sono andata nella mia libreria per tirare fuori qualcosa che avesse a che fare con cattiverie che sono successe nella storia e ho trovato questo titolo “I pazzi della storia” di Alejandra Vallejo-Nàgera (Nuovi Mondi) e mi sono messa a rileggerlo.
Il nostro mondo è pieno di brutture, di uomini e donne che, in modo o in un altro, hanno segnato la storia di piccoli o grandi territori con i loro caratteri assolutamente incontenibili, e certamente non in senso buono. Caratteri che hanno travolto popolazione intere e che hanno trascinato, in una spirale a dir poco morbosa, vite e destini.
Anche io, nella giornata Mondiale del libro e del diritto d’autore mi sono regalata un libro. Un libro di uno scrittore che mi è sempre piaciuto sin dalla sua opera prima che mi regalò la mia amica Sandrocchia, quando ufficializzai l’intenzione di iscrivermi alla facoltà di Lettere e filosofia.
Quando ero poco più che un’adolescente, andava di moda fare delle compilation su audiocassetta e regalarle ai fidanzati/fidanzate, amici/amiche… Livio (di cui ho cominciato a raccontarvi nello scorso post) attraversava la fase in cui faceva il dj alle feste di compleanno (anche al mio 18°!!!), si muoveva con un piccolo stereo, un milione di cd e le sue scelte musicali erano ricercate e bellissime. Livio mi preparava delle cassette per farmi scoprire gli artisti che pescava qua e là, e anche il nostro amico Alex faceva lo stesso. Una abitudine anche di Nick Hornby che ha affermato: «Un paio di volte all’anno mi faccio una cassetta da mettere in macchina, un nastro pieno di tutte le nuove canzoni che ho amato nel corso degli ultimi mesi. Ogni volta che ne completo una mi pare impossibile che potrà essercene un’altra. Ma c’è sempre, e non vedo l’ora che arrivi: basterebbe qualche altro centinaio di cose come questa per rendere la vita degna di essere vissuta».
Quello che vi suggeriamo di scoprire questo mese è un libro tutto siciliano e molto particolare. Ed io in particolare mi sono divertita proprio tanto a leggerlo, un po’ perché è stata davvero la mia (prima?) avventura subacquea, un po’ perché è stato come fare un tuffo nel passato, un po’ perché ho rivisto una situazione di vita vissuta da un’angolazione diversa. In questo libro, infatti, ci sono anch’io!
Non sono un subacqueo e neanche un palombaro, ma in quel periodo ho meditato di diventarlo. Vi dico solo che per il team che incontrerete leggendo questo libro io sono “il jolly”. E se lo leggerete capirete il perché. Ma veniamo al libro.
Non è un romanzo, ma ne ha il sapore. Non è (propriamente) un diario, ma ne ha il ritmo e lo spirito. E questo, nonostante si tratti di un racconto collettivo, a più voci. Non solo quelle degli autori i cui nomi campeggiano in copertina, ma anche di tutti gli uomini e le donne che li hanno affiancati in questa avventura, iniziata nel 2005 sotto il livello del mare, proseguita nel tempo anche attraverso la realizzazione di articoli e documentari che oggi costituiscono la cronaca di quanto accaduto e che a fine 2012 è diventato un libro.
Le avventure ai fornelli delle vostre matte ritornano con la recensione del libro che – sul cartaceo – ha dato vita a questa nuova rubrica sul blog, dedicata ai libri di cucina. Questo libro era contenuto nel pacchetto che Umberto Coscarelli (il giovane editore di Ed.it) ha inviato all’attenzione delle matte…
E noi pronte come solo chi sa stare davanti a quattro/cinque padelle che sfrigolano sui fuochi, mentre in forno l’arrosto con le patate fanno la crosticina, ci siamo subito buttate a capofitto nella lettura di un libro che non è esattamente un ricettario (sebbene contenga moltissime preparazioni possibili), non è esattamente un manuale di cucina (nonostante offra non pochi suggerimenti)… Ma piuttosto un manuale di riflessione intorno al cibo e ai legami che questo mostra nei confronti della cultura di appartenenza.