Vi ricordate della presentazione che vi avevamo annunciato per l’inizio del mese al CUB – Castello Ursino Bookshop. Adesso ho preso la distanza sufficiente per raccontarvi un libro di cui mi sono letteralmente innamorata. E pensare che lo avevo cominciato – come mi capita di fare da un po’ di tempo in qua – decisamente
Dall’ultimo post scritto di mio pugno ad oggi… Ho avuto modo di ripescare tanti titoli firmati da Neil Gaiman e fra questi ho scelto di raccontarvi de Il cimitero senza lapidi e altre storie nere. Questo libro l’ho atteso per diversi mesi mentre ero ancora all’interno del team della mia libreria: il rappresentante (anche se oggi
Avevo deciso di raccontarvene mercoledì… Ma poi sono stata presa da altre riflessioni via via che scrivevo il post. Oggi, però, (e questa volta per davvero) parliamo di Cose Fragili di Neil Gaiman (che nel frattempo ho anche completato e, dunque, davvero archiviato). La raccolta si compone di 31 racconti appartenenti a diversi momenti della carriera e
No, non siamo di quelle che stasera andranno in giro vestite da streghe per la notte di Halloween. Non è neanche una festa nostra. Del resto, visto che siamo nate negli Anni Settanta, noi siamo cresciute con un’altra ricorrenza, quella dei Morti. Che poi non è a cavallo tra ottobre e novembre, ma è il
Si tratta del secondo romanzo di Neil Gaiman che ho preteso di avere sul mio scaffale personalissimo. Neanche il tempo di entrare in libreria e nell’osservare il banco con le novità lo vedo là, campeggiare in bella mostra: “Coraline” di Neil Gaiman. E ad attrarmi, oltre all’autore col quale come avete capito è stato amore alla prima lettura, è stata la copertina magnificamente inquietante di Dave McKean.
Il romanzo ha vinto due premi letterari (il Premio Hugo e il Premio Nebula), ma ha anche avuto numerose “traduzione”, sarebbe meglio dire adattamenti, in linguaggi differenti da quello del fumetto a quello cinematografico, passando per una sintesi edulcorata destinata a un albo illustrato da Chris Riddel. Tutte redazioni che per un motivo o per un altro meritano di essere apprezzate.
Tornando da Milano, mi sono dedicata alla lettura di “La casa stregata” di Howard Phillip Lovecraft. Un racconto lungo (o un romanzo breve) che l’autore di statunitense ambienta nella sua cittadina natale: Providence. Lovecraft è considerato insieme ad Edgar Allan Poe uno fra i maestri del genere horror. E devo dire a buona ragione, visto che – a seguito della lettura precoce dei suoi racconti dell’orrore – da ragazzina, ho perso diverse notti di sonno. E il racconto in questione – che gli fu ispirato da una casa realmente esistente, «maledetta o nutrita di cadaveri», nella quale da bambino, insieme a i suoi coetanei spesso si trovava a giocare per vincere le proprie paure o dimostrare agli altri di non averne affatto – lo porta ai confini della fantascienza, alle sue origini.
La fine del racconto viene anticipata da Lovecraft stesso nelle prime pagine del racconto. Ma io non voglio fare lo stesso. E della trama, anzi, non voglio raccontate proprio nulla (anche perché in poco più di mezz’ora potreste regalarvi una lettura piacevolmente inquietante), sia perché la trama dovrebbe – credo – essere nota a tutti, sia perché un horror (come un giallo) è meglio non raccontarlo.
Ho anch’io uno spacciatore di libri al quale qualche giorno fa avevo espresso un desiderio “Orgoglio e pregiudizio zombie vorrei leggerlo”. Lui non mi ha fatto aspettare a lungo e, nel giro di 24 ore, ho cominciato a leggere. Ero innamorata di Jane, Elizabeth e Mr Darcy, quelli inventati da Jane Austen e ora lo
Noi matte ce la siamo presa un po’ comoda durante queste vacanze. Ma la verità è che abbiamo cominciato a passare in rassegna le pile di libri sul comodino in attesa di essere letti.
E io comincio con “La Grammatica ti salverà la vita” di Massimo Birattari, un romanzo per ragazzi che la mia amica Anna mi ha regalato alla luce del mio recente successo all’Università di Catania dove ho appena vinto un dottorato di ricerca in Filologia moderna. Anna sa quanto per me sia penoso, da lettrice e da insegnante, assistere al trattamento che riserviamo alla grammatica italiana: una tensione inquietante verso la semplificazione. Solo che, a dispetto di ogni aspettativa, il libro in questione, non è una grammatica di consultazione, ma uno spassosissimo romanzo che mira a fugare i dubbi grammaticali più atroci che possiate immaginare.
Partiamo dal fatto che per me è stato un libro cult sin da quando il mio amico Edy (il mio spacciatore di favole e fumetti all’università) me lo consigliò… Molto prima che ne venisse tratto l’omonimo adattamento cinematografico interpretato da Will Smith. Ho scoperto a distanza di molto tempo che nella biblioteca casalinga c’era già una copia del libro, da quando mio cugino Angelo aveva deciso di farne omaggio a mio fratello Antonio (ma all’epoca ero troppo piccola perché qualcuno immaginasse che un romanzo horror-fantascientifico, scritto nel 1954 da Richard Matheson, potesse interessarmi o avvincermi… E soprattutto – a mio avviso – temevano potesse terrorizzarmi).
Prendete Abramo Lincoln, prendete la Guerra di Secessione americana e metteteci anche i vampiri, mostri affamati che tessono trame politiche, pur di portare avanti una lotta interna tra diverse fazioni.
La leggenda del cacciatore di vampiri – Il diario segreto del presidente, di Seth Grahame-Smith in Italia con Editrice Nord, è la versione rivisitata in chiave pulp della storia di uno dei presidenti più famosi degli Stati Uniti, una versione che è già diventata film con la trasposizione cinematografica nelle sale con la regia, indovinate di chi? Di Tim Burton.