La copertina è bella e il libro lo è altrettanto. Si, si, lo ammetto è stata la copertina ad attirarmi (sempre la stessa storia, lo so), anche perché sul fatto di comprare un romanzo di Guglielmo Scilla ero abbastanza titubante e sbagliavo.
Quando mi sono aggirata tra gli scaffali della libreria ho visto L’inganno della morte (Feltrinelli Kowalski) e ho fatto più o meno questo ragionamento: “Guglielmo Scilla è simpatico, è caruccio, fa dei video che fanno ammazzare dalle risate, seguo a fasi alterne il suo profilo twitter (@guglielmoscilla), ma sarà in grado di scrivere un romanzo? Lo prendo? No non lo prendo! Ma la copertina è una figata. Lo prendo! No lo lascio! L’ho preso! Lo riposo! L’ho preso e l’ho pagato!”
Insomma alla fine il libro me lo sono portato a casa, ma l’ho relegato alla seconda parte della pila di quelli da leggere, quella inferiore.
Le Matte, insieme, hanno delle storie da raccontare. Di storie ce ne sono sempre di nuove, perché passando un sacco di tempo insieme è chiaro che esperienze se ne fanno, e tante. E insieme, le Matte, hanno anche storie che riguardano i libri. Quella di oggi, in particolare, è la mia l’introduzione all’ultimo libro che ho letto, Il Mago di Oz di L. Frank Baum nell’edizione di Ed.it.
C’è stato un tempo in cui una delle Matte faceva la libraria di libri per bambini. Oggi quella Matta, Carla, fa un po’ più la giornalista, ma la passione per i libri e per i bambini è sempre con lei. Così un giorno, prima del nostro caffè, ho visto nell’ufficio di suo marito, Marzio, una busta piena di libri coloratissimi e lei me ne ha regalato uno.
Ve lo avevo detto che la saga mi era piaciuta, così sono andata in libreria e ho comprato il libro numero due di The Familiars. Il nuovo titolo è Il segreto della corona (Newton Compton Editori).
Per andare a fare un ripasso, vi ho messo il link al vecchio post.
Oggi, per iniziare la settimana, posso dirvi la trama del nuovo capitolo della Saga.
I tre famigli, Aldwyn, il gatto, Skylar, la Ghiandaia, Gilbert, la raganella, devono difendere l’intero regno di Vastia da una minaccia grandissima. La perfida Paksahara, la lepre che ha tradito la regina Loranella, vuole evocare un esercito di non vivi per spazzare via tutti gli umani e quanti animali vorranno difenderli. Intanto la lepre ha privato della magia tutti gli umani, rendendo per loro quasi impossibile difendersi dagli attacchi che verranno.
Voi, come me, bimbi/adulti orfani di Harry Potter, non vi è mai capitato di andare in libreria cercando qualcosa che potesse mettere in moto la vostra fantasia un pò come aveva fatto il maghetto occhialuto? Io ogni tanto ci casco con tutti gli stivali:)
Dall’ultimo pomeriggio passato in libreria, in compagnia della mia piccola cugina Vittoria, ho portato a casa diverse cose, tra le quali The Familiars, il primo di una serie di libri fantasy per ragazzi, scritto da una coppia di giovani autori, Adam Jay Epstain ed Andrew Jacobson nelle edizione di Newton Compton.
E’ l’inizio di un viaggio in un mondo fantastico, ma in questo caso i maghi non camminano solo su due zampe. Perchè di zampe è bene che si parli.
La bambina che c’è in me non vuole crescere neanche ammazzata. Così capita che quando vado in libreria, quella bambina comincia a scalciare fino a quando non m mi fermo a guardare la sezione dedicata al fantasy o semplicemente quella per dedicata ai suoi coetanei. Stavolta mi ha convinto a portare a casa un libro che guardavo già con curiosità da un pò di tempo.
Si tratta del primo della saga di Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo, Il ladro di fulmini, edito da Mondadori e scritto da chi è riuscito a fare in questo modo la sua fortuna, Rick Riordan.
Percy Jackson vive negli Stati Uniti, New York, dove passa da una scuola all’altra perchè non riesce ad evitare di combinare guai, gravi o gravissimi!E’ dislessico, iperattivo, ma ha una madre che lo adora, Sally, e che farebbe di tutto per lui.
Questo romanzo l’ho letto prima ancora di diventare libraia per bambini. Mia mamma, prima di andare in pensione, era insegnante di lettere in una scuola media di Catania; un giorno, tornò a casa con un romanzo fra le mani che intendeva far leggere ai propri alunni. E io, quatta quatta, me ne sono appropriata e l’ho letto tutto d’un soffio. Ed è stato amore a prima vista.
«Bisogna trattare con cura le parole. Non ripeterle a ogni piè sospinto. Né usarle a casaccio, l’una per l’altra, raccontando bugie. Altrimenti si logorano. E, a volte, è troppo tardi per salvarle».
E’ uno fra i passaggi chiave del romanzo La grammatica è una canzone dolce, di Erik Orsenna. Protagonista indiscussa delle 139 pagine è la parola, senza la quale ciascun uomo sarebbe un deserto.
I miei genitori hanno appena cambiato casa. Traslocare è uno stress infinito, ma riserva sempre qualche bella sorpresa: vecchi quaderni, agende, diari, ricordi, oggetti dimenticati e (almeno nel mio caso) tantissimi libri che non sapevo albergare sugli scaffali di mia mamma e mio papà.
La scoperta più interessante di ieri pomeriggio è stata certamente “Il popolo dell’autunno – Domani a mezzanotte” di Ray Bradbury. Si tratta di una pubblicazione di Mondadori del 1972: la trasposizione a fumetti di 16 racconti dell’autore di “Cronache marziane” e di “Fahrenheit 451”, il mio prossimo “libro al quadrato”.
Vi ho recentemente parlato di uno dei miei libri preferiti, il mio primo “libro al quadrato”. Ma non vi ho detto che dopo aver letto “La storia infinita” mi sono dedicata alla lettura dell’opera omnia di Michael Ende. Il secondo romanzo dello scrittore tedesco che mi passò fra le mani è stato “Momo“, che p stato anche oggetto di due trasposizioni cinematografiche: un lungometraggio nel 1986 e un cartone animato nel 2001. Il tema al centro del racconto è il tempo e soprattutto del modo in cui viene impiegato nella società moderna: una profonda e feroce critica del consumismo e della frenesia del vivere moderno.
Mariangela ha aperto un varco enorme sul mio bacino di letture per bambini e ragazzi. Sin da bambina, sono stata abituata a leggere molto. Mi piaceva sedermi sul divano accanto a mia mamma che leggeva con un libro sulle ginocchia… E questo anche prima di imparare a leggere. E da una passione, negli anni è nato un mestiere (e forse anche più di uno). Quando facevo la libraia (come ha sostenuto Pietrangelo Buttafuoco in una mia – abbastanza recente – intervista, “non si smette mai di essere librai” e, quindi, anche se non esercito più, continuo a esserlo) avevo stilato un elenco di “titoli indispensabili” nellabiblioteca dell’animadi ciascuno di noi. Libri, romanzi, albi illustrati… che – a mio avviso – devono far parte del percorso di educazione letteraria di ciascun giovane lettore. Fra questi, c’è “La storia infinita” di Michael Ende.