Categoria: Classici

Anna Karenina…

Cogliamo l’occasione della recentissima pellicola di Joe Wright, che vanta l’eccellente interpretazione di una talentuosa Keira Knightley, per ricordarvi di rileggere “Anna Karenina” di Lev Tolstoj.

Pubblicato per la prima volta nel 1877, il romanzo ha avuto una prima edizione a puntate sul periodico Il messaggero russo (Ruskii Vestnik, 1875). Ed è proprio per questo motivo che il romanzo è diviso in 8 parti. Per la stessa ragione Tolstoj fu costretto a pubblicare l’ultima parte a proprie spese (e separatamente). Continua

Le vie dei canti

L’ultima volta che ho riletto questo libro è stato poco più di un anno fa, quando mi sono preparata anche “psicologicamente” al viaggio in Australia: una delle tre mete del viaggio di nozze mio e di Marzio (insieme a Hong Kong e alla Polinesia francese).

E, ovviamente, considerata la meta, dallo scaffale non potevo non pescare “Le vie dei canti” di Bruce Chatwin. L’avevo letto da adolescente, incuriosita dalla singolarità del fatto che Bruce Chatwin, eterno viaggiatore morto proprio a causa di una malattia contratta in uno dei suoi viaggi, si domandava perché gli uomini invece di stare fermi se ne vadano in giro da un posto all’altro. Ma Chatwin, come si può evincere dagli avvenimenti della sua vita e intuire dalle notizie autobiografiche che infarciscono i suoi romanzi, era un uomo atipico. Come giornalista inizia a girare il mondo: Africa, Afghanistan, Unione Sovietica, America del Sud e Australia… Ed è proprio in questi luoghi che ambienta i suoi romanzi. Continua

Una stanza tutta per sé…

Quando ero poco più che un’adolescente, era il 1996 e frequentavo il corso di Letteratura inglese alla facoltà di Lettere e filosofia di Catania, avevo un paio di jeans elasticizzati e strappati che avevo deciso di rendere una sorta di collazione ambulante di alcune frasi – per me particolarmente significative – colte qua e là lungo le mie letture. La prima frase ad essere vergata a mano su quel paio di pantaloni che volevano essere un po’ il racconto di me in quella fase della mia vita fu “Chiudete a chiave le vostre biblioteche, se volete. Ma non c’è cancello, né serratura, né chiavistello che voi possiate mettere alla libertà del mio pensiero”. Niente di più vero, direte voi… Ma dove vuoi arrivare?

Queste sono parole del pugno e della mente di Virginia Woolf che pescai proprio in uno fra i testi obbligatori per sostenere l’esame di Letteratura inglese (non so perché fosse obbligatorio, visto che in effetti non l’ho mai visto chiedere a nessuno): “Una stanza tutta per sé“. Continua

Peter Pan & Co

Sto facendo lezioni di inglese. Perchè? Perchè ho pochissime occasioni di parlarlo e almeno, in questo modo, sono costretta a farmi venire in mente, due volte a settimana almeno, che devo parlare in una lingua che non è la mia, ma che è fondamentale conoscere. Tra l’altro sto scoprendo, e questo mi piace un sacco, che finalmente i più giovani sanno l’inglese molto meglio di quanto non lo sapessi io quando ero ancora over venti.

Ho pensato ad un modo per “improvare” (neologismo appena inventato dal verbo, che esiste, to improve 🙂 ) il mio inglese e così sono andata in libreria a cercare qualcosa che mi potesse aiutare, con simpatia, ad esercitarmi. Continua

La storia infinita

Mariangela ha aperto un varco enorme sul mio bacino di letture per bambini e ragazzi. Sin da bambina, sono stata abituata a leggere molto. Mi piaceva sedermi sul divano accanto a mia mamma che leggeva con un libro sulle ginocchia… E questo anche prima di imparare a leggere. E da una passione, negli anni è nato un mestiere (e forse anche più di uno). Quando facevo la libraia (come ha sostenuto Pietrangelo Buttafuoco in una mia – abbastanza recente – intervista, “non si smette mai di essere librai” e, quindi, anche se non esercito più, continuo a esserlo) avevo stilato un elenco di “titoli indispensabili” nellabiblioteca dell’animadi ciascuno di noi. Libri, romanzi, albi illustrati… che – a mio avviso – devono far parte del percorso di educazione letteraria di ciascun giovane lettore. Fra questi, c’è “La storia infinita” di Michael Ende. Continua

Il giovane Holden: a catcher in the rye

Di tanto in tanto mi capita. Non sono una che rilegge spesso, ma ci sono alcuni titoli della mia biblioteca personale che di tanto in tanto tornano sul mio comodino… E sempre con mia somma soddisfazione. Sono un po’ dei libri rifugio, in cui torno a cercare eventi e situazioni che in qualche modo mi aiutano a mettere ordine nella mia vita.

Il giovane Holden” è un po’ così. Mia mamma mi suggerì di leggerlo quando avevo la stessa età, la stessa voglia di rivalsa, la stessa rabbia incontenibile nei confronti del mondo, lo stesso desiderio di ribellione del protagonista Holden Caulfield. Mia mamma sosteneva non solo che l’avrei amato con tutta me stessa,  ma anche che mi sarei identificata molto con Holden e che – magari – leggerlo mi avrebbe aiutata a capire di più anche il mondo degli adulti. Io ero un po’ perplessa: cosa avrei potuto trovare in un romanzo, pubblicato nel 1951 e facente riferimento alle settimane immediatamente precedenti al Natale del 1947? Ma già dopo poche pagine avevo dovuto ricredermi, perché l’attualità della storia è incredibile… Continua

Quando le parole sono il racconto

Quando ho letto questo romanzo per la prima volta, avevo poco meno di 12 anni. Avevano assegnato questo romanzo come lettura per le vacanze… Ma devo dire che il titolo non mi allettava affatto. Non capivo cosa potesse nascondersi dietro quelle due parole di uso quotidiano: “Lessico famigliare“; non capivo cosa potesse rendere attraente il linguaggio di una famiglia, cosa lo rendesse così speciale. Poi l’ho aperto e ho capito. E siccome qualche giorno fa sono stata nominata cultrice di Linguistica e glottologia all’università di Catania, mi sembra doveroso, scegliere un titolo in qualche modo connesso a questo nuovo traguardo raggiunto.

“Lessico famigliare”, pubblicato nel 1963 , è una cronaca ironico-affettuosa della vita quotidiana della famiglia Levi a Torino dagli anni 20 ai primi anni 50. La dimensione cronologica ripercorre i fatti dell’età fascista, della seconda guerra mondiale (compresa l’uccisione del marito dell’autrice per attività politica antinazista), della persecuzione degli ebrei fino ad arrivare al suicidio di Cesare Pavese e alla caduta delle illusioni della Resistenza. Continua

Se una notte d’inverno…

Pubblicato nel 1979, dopo sei anni di silenzio letterario, “Se una notte d’inverno un viaggiatore” narra la storia di un lettore che tenta di leggere un romanzo, ma per motivi sempre differenti è costretto a interrompere la lettura del libro che sta leggendo e a cominciarne un altro.

Tutto comincia con l’acquisto metaletterario di una copia del romanzo “Se una notte d’inverno un viaggiatore” che, però, risulta fallata. Il Lettore torna dunque in libreria e proprio lì incontra Ludmilla che ha avuto lo stesso problema. Entrambi sono in cerca del finale della storia che hanno cominciato a leggere, ma più si avventurano nella ricerca più i loro tentativi sembrano vani. Infiniti sono i collegamenti possibili, ma ogni nuova scoperta è – in qualche modo sempre incompleta. Ecco perché il romanzo si pone anche come una riflessione sulle incalcolabili possibilità che la lettura (e la letteratura) offre, per giungere a una conoscenza della realtà… Ma non è tutto qua. Continua

Storia del Maestro… e di Margherita

Se non l’avete mai letto, dovreste proprio farlo. Se lo conoscete, riscopritelo.

Certamente perché riconosciuto come uno fra i più grandi capolavori della letteratura russa del XX secolo, tanto da aver spinto Eugenio Montale a definire questo romanzo come “un miracolo che ognuno deve salutare con commozione”. Ma non soltanto. Michail Bulgakov, infatti, costruisce il/i suo/suoi  romanzo/i su una visita del diavolo nell’Unione Sovietica di Stalin: una vera e propria satira dell’epoca. Ma i temi cari alla letteratura senza tempo che Bulgakov riprende sono tantissimi, primo fra tutti quello dell’ebreo errante: una figura della mitologia cristiana (che – stando alla leggenda – colpì Gesù lungo la via della Crocifissione e al quale fu data la maledizione di camminare sulla terra fino al tempo della Seconda venuta) che è diventata protagonista di numerose opere (dal “Faust” di Goethe a “Melmoth l’uomo errante” di C.R. Maturin, fino al “Melmoth riconciliato” di Balzac… ma potremmo continuare con un lungo elenco.

E la già intricata trama si intesse anche con la travagliata vicenda compositiva del romanzo stesso. Continua

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