Ok. Ho preso una strana calata. Anche perché non è che io mi senta particolarmente romantica in questo momento. Ma tant’è che fra un post e un altro, e l’incessante lavoro di archiviazione della mia biblioteca personale, ormai lo avete capito, incappo in titoli che non posso evitare di recensire. Fra questi, lo avevo anticipato in un precedente post, c’è “Jane Eyre” di Charlotte Brontë.
C’è una storia più di tutte che in qualche modo è stata ricorrente nelle mia adolescenza ed è quella di Rossella O’Hara e della sua Tara. Ovviamente ho visto prima il film e poi ho letto i libri, perché dovevo in qualche modo capire cosa sarebbe successo dopo quel “Domani è un altro giorno”.
Il mondo si fermava dentro casa quando la programmazione della tv diceva che Rhett e Rossella sarebbero apparsi, avevo comprato la videocassetta e non facevo che inserirla nel VHS per vedere e rivedere quella storia che mi faceva impazzire, amavo Rhett, mi sentivo un po’ Rossella, non potevo neanche vedere Ashley per quanto era inutile e Melania era così buona che non poteva che farmi antipatia. Poi da piccola lettrice ho chiesto di potere avere accesso alla libreria che mia madre aveva messo su con sua sorella nella casa dei miei nonni, piena di libri che a me sembravano centenari, ma belli belli belli.
Tra questi c’era anche Via col vento, in una versione che vi sfido a trovare e che profumava di carta che aveva riposato un bel po’ di anni in una libreria. Un odore buonissimo che ancora mi ricordo al solo pensiero. Fatto sta che cominciai a leggere.
Saranno state tutte le meditazioni su uomini e donne. Saranno stati i commenti di amici e marito. Oppure altre riflessioni… Francamente non so dire. Sta di fatto che dopo gli ultimi post, ho cominciato a ripensare a romanzi che ho amato con tutta me stessa e che mi hanno fatto scoprire cosa significa “eroe romantico”.
Tornando da Milano, mi sono dedicata alla lettura di “La casa stregata” di Howard Phillip Lovecraft. Un racconto lungo (o un romanzo breve) che l’autore di statunitense ambienta nella sua cittadina natale: Providence. Lovecraft è considerato insieme ad Edgar Allan Poe uno fra i maestri del genere horror. E devo dire a buona ragione, visto che – a seguito della lettura precoce dei suoi racconti dell’orrore – da ragazzina, ho perso diverse notti di sonno. E il racconto in questione – che gli fu ispirato da una casa realmente esistente, «maledetta o nutrita di cadaveri», nella quale da bambino, insieme a i suoi coetanei spesso si trovava a giocare per vincere le proprie paure o dimostrare agli altri di non averne affatto – lo porta ai confini della fantascienza, alle sue origini.
La fine del racconto viene anticipata da Lovecraft stesso nelle prime pagine del racconto. Ma io non voglio fare lo stesso. E della trama, anzi, non voglio raccontate proprio nulla (anche perché in poco più di mezz’ora potreste regalarvi una lettura piacevolmente inquietante), sia perché la trama dovrebbe – credo – essere nota a tutti, sia perché un horror (come un giallo) è meglio non raccontarlo.
La trama de “Il grande Gatsby” probabilmente ormai la conoscono proprio tutti, complici anche i lungometraggi (ultimo cronologicamente quello che vede nei panni del protagonista Leonardo Di Caprio), ma al di là della trama il piacere di immergersi in un grande classico della lettura internazionale è tale da permettere di consigliare un titolo non solo per quanto viene raccontato fra le pagine, ma anche per la finezza narrativa e l’elegante eloquenza dell’autore.
Uscito a puntate sul Lippincott’s Montly Magazine nel 1890, nel 1891 Oscar Wilde ne pubblicò una versione in volume con una prefazione per rispondere ad alcune polemiche sollevate dal romanzo, e alcuni capitoli nuovi (legati a esigenze commerciali, che secondo alcuni critici hanno arrecato danno all’opera originale).
Il romanzo, come in molti sapranno, è una fra le numerose declinazioni della leggenda di Faust, in questo caso incarnato da un giovane di nome Dorian Gray.
Primo romanzo di Isabel Allende (e considerato come il terzo volume di un’ideale trilogia formata da altri due romanzi, scritti però successivamente “La figlia della fortuna” e “Ritratto in seppia”), “La casa degli spiriti” ha avuto e continua ad avere un successo tale da essere diventato anche un film con un cast d’eccezione (Meryl Streep, Winona Rider, Glenn Close, Antonio Banderas…).
Per cavalcare l’onda dei morti che parlano, torniamo sull’argomento. Del resto, come diceva Cartesio, “la lettura di tutti i buoni libri è come una conversazione con gli uomini migliori dei secoli andati”.
Questa volta, però, torniamo a farvi leggere le opinioni e i pensieri dei big della letteratura internazionale, dedicandoci in particolare a quanto da loro espresso circa un’azione specifica: l’importanza del ri-leggere.