Mi sembra un titolo adatto a chiudere una settimana complicata almeno quanto quella appena trascorsa. In realtà, però, penso più al titolo originale che al titolo che ha avuto l’edizione italiana di questo romanzo, giunta sul nostro mercato editoriale nel 2007, a 17 anni di distanza dalla sua prima edizione. Il titolo originale, infatti, è Good Omens (vale a dire, “Buoni propositi“)… E poiché – almeno a mio parere – i periodi impegnativi riservano sempre grandi sorprese e sono spesso dettati dalle migliori intenzioni di personale realizzazione – eccovi la recensione di un libro scritto a quattro mani da Neil Gaiman (che già sapete essere fra i miei autori preferiti) e Terry Pratchett (di cui mi sono accorta di non aver – ancora – recensito nulla… Strano, visto che le opere di Pratchett sono per me una scoperta coeva a Gaiman… Anche perché il responsabile di questa passione è sempre il mio amico, spacciatore di favole e fumetti, Edy).
Per entrare in Buona Apocalisse a Tutti! ho impiegato qualche tempo. L’ho cominciato, ma la brutta abitudine (che ho ancora) di leggere contemporaneamente più titoli in questo caso non poteva funzionare. Il libro, infatti, ha una struttura complessa che parte dall’idea di costruire una commedia sull’imminente Apocalisse, ma il romanzo è talmente infarcito di citazioni (parodistiche o erudite) da richiedere una “concentrazione” maggiore, almeno se si vuole davvero apprezzare l’opera. Quindi, l’ho ricominciato… E a quel punto è stato amore.
Il punto di partenza della narrazione è la realizzazione del Piano Divino: l’Apocalisse sta per realizzarsi ma Crowley e Azraphel (rispettivamente un demone e un angelo) vorrebbero evitarla. Vivono sulla terra da troppo tempo, sono diventati “amici” (del resto come non comprenderli se negli ultimi 6000 anni sono stati sempre insieme?) e non vogliono rinunciare alle loro abitudini terrestri.
Il sistema dei personaggi è molto articolato. Da una parte ci sono le Entità soprannaturali, dall’altra gli Umani. Fra le entità soprannaturali ci sono Crowley e Azraphel. Il primo è giunto sulla terra con la cacciata degli uomini dal Giardino dell’Eden, il secondo svolge in incognito la propria missione e ha stretto un patto con il diavolo-amico Crowley. Ci sono Dio e Satana, Metatron e Belzebù (i rispettivi portavoce di Dio e Satana); ci sono i Motociclisti dell’Apocalisse (la Morte, la Guerra, la Carestia e… No, non la Pestilenza – sconfitta dalla medicina moderna! – ma l’Inquinamento). Le personificazioni di questi personaggi sono incredibilmente contemporanee… Ma non voglio rovinarvi la sorpresa che io ho vissuto in particolare leggendo di “Carestia”.
Nelle schiere umane, invece ci sono i Cacciatori di streghe (fra questi Newton Pulsifer) le streghe (fra cui Anatema Device, discendente di una strega del XVII secolo di nome Agnes Nutter), la Banda dei Quelli (fra cui Adam, figlio di Satana e dunque Anticristo, allevato dai coniugi Young), le Suore sataniste dell’Ordine delle Chiacchierine.
Secondo le profezie di Agnes, il mondo finirà il sabato successivo al momento di inizio della narrazione. Le armate del Bene e del Male si preparano in vista della battaglia finale. La città scomparsa di Atlantide sta riemergendo dalle acque. Per Crowley e Azraphel, la catastrofe cosmica non è contemplabile: insomma l’Armageddon non s’ha da fare. La loro speranza è che ponendosi entrambi come educatori del bambino, l’influsso benefico dell’angelo e quello diabolico si neutralizzino vicendevolmente. L’Anticristo però non mostra né i segni dei suoi immensi poteri né l’indole che dovrebbe avere… Ed è allora che si comincia a intuire che qualcosa non va. Forse Adam non è proprio quello che dovrebbe essere… Ma se così è, dov’è l’Anticristo (l’Avversario, il Distruttore del Re, l’Angelo del Pozzo senza Fondo, il Signore dell’Oscurità, il Padre della Menzogna, la Grande Bestia)? Che qualcuno della clinica gestita dalle Suore Chiacchierine abbia scambiato i bambini? O per meglio dire, che ci sia stato un errore nello scambio dei bambini?
Spassoso e frizzante. Di un umorismo intelligente che non potrà non conquistarvi. Per me è un’opera intelligente, per non dire geniale: nell’orchestrazione dei personaggi, nelle intuizioni, nella costruzione della trama. Una “mitologia parallela” grassa, comica, dark (quanto basta, ma non troppo), irriverente. E probabilmente non poteva andare diversamente: quando a impugnare la penna sono due veri e propri mostri sacri della letteratura fantasy-horror il risultato non poteva che essere esplosivo e brillante. Surreale e frivolo, ma che nasconde importanti riflessioni sulla natura della natura umana, sulla presunta ineluttabilità degli eventi e dunque anche sul libero arbitrio. Ma quello che mi ha fatto letteralmente impazzire è che i mondi di Pratchett e Gaiman convivono meravigliosamente pur nella loro diversità: humor britannico e parodia dei luoghi comuni da una parte, gotico sfuggente e ambiguo dall’altra. Un perfetto gioco a incastro dove il paradosso e l’ironia sono le chiavi giuste che tengono tutto insieme.
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(Buona Apocalisse a tutti! di Neil Gaiman e Terry Pratchett, Mondadori, pagg.381, euro 11)