Sarà un caso, ma in questi giorni, mentre cerco di organizzare il mio trasloco (con conseguente – e disperato – tentativo di creare un archivio digitale della mia biblioteca personale) mi è LETTERALMENTE caduto tra le mani la mia copia di “Asino chi legge. I giovani, i libri, la scrittura“. L’avevo acquistato molto tempo fa, quando ancora facevo la libraia, per poterlo consigliare ai tanti docenti che erano abituali frequentatori dei nostri scaffali. Ma oggi forse ancora più che allora, questo libro è la fotografia di una sfida che cerco di vincere ogni giorno: quella di portare la letteratura (letta e scritta) in luoghi dove la passione per la pagina stampata non è mai nata o si scontra con difficoltà davvero inenarrabili.
L’autrice, Antonella Cilento, narra la sua esperienza di esperta esterna di scrittura creativa, perennemente in viaggio fra treni e aerei, scuole pubbliche e province d’Italia. E lo fa attraverso una collezione di storie a volte divertenti, altre tristi o assurde, ma certamente vere, regalando un’istantanea delle ultime generazioni e di un Paese in piena crisi.
Un tempo, leggere, avere a casa un figlio laureato e scaffali ricolmi di libri era un vero e proprio trionfo per le famiglie in rapida scalata sociale. Oggi, leggere è considerato una perdita di tempo; studiare, non apre più le porte del mondo del lavoro né farà di te una persona migliore… E allora tanto vale andare in cerca di scorciatoie di ogni genere. Ecco perché “Asino chi legge”, un tempo motto per sbeffeggiare compagni o adulti noiosi, diventa un monito a riscoprire piaceri che rischiano di essere persi, in un’era che insegue sempre più la logica della velocità e della multimedialità, questa volta per sempre.
La sintesi della mia sfida quotidiana (o delle mie sfide quotidiane?) è semplice. Perdo quasi ogni giorno. Ma non è la conta degli insuccessi che dà la misura di un risultato. Anzi. In alcuni casi, sebbene siano davvero rari infatti, ho vinto. C’è Simone che ancora oggi mi ringrazia di avergli “aperto la mente” con tutte le letture che gli ho suggerito quando era ancora un adolescente. C’è Sara che da quando ha infilato il naso in “Ciao, tu!” (già recensito su questo blog) non ha più smesso di cercare posti “morbidi” dove far scorrere gli occhi: luoghi confortevoli e confortanti dove il lieto fine fa apparire un sorriso. C’è Stefania che – anche se non ama la lettura d’evasione – ha scoperto nei libri un universo da esplorare. C’è Gaia che si è iscritta a Lettere e filosofia. C’è Benedetta che – anche se è lontana – mi tiene aggiornata sulle sue letture per condividere pensieri ed esperienze. C’è Kami che ha conquistato una proprietà di linguaggio inquietante per una ragazza della sua età. E ce ne sono tanti altri ancora. Ma elencarli tutti sarebbe complicato. A tutti loro dico grazie. Perché hanno dato (e continuano a dare ogni giorno) un senso alla battaglia che ho deciso di combattere. Perché sebbene siano meno di quelli che non ho saputo conquistare, quando penso a loro, un moto di orgoglio mi accende e mi dà la forza per continuare a sperare.
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(“Asino chi legge – I giovani, i libri, la scrittura” di Antonella Cilento – Guanda, pagg. 192, euro 16)