Ci sono frasi che riescono a catturare il nostro interesse in un soffio, a stuzzicare la curiosità di capire la logica che vi è sottesa e il passato che racchiudono. E’ stata così la frase riportata in quarta di copertina di Perdersi di Charles D’Ambrosio: “Se uno sa amare astrattamente, gli basta una giornata storta per odiare astrattamente”. Niente di più vero. E allora si può evitare di leggere il libro contenuto dietro quella frase? No, almeno per me è stato così. E aprire il libro è stato letteralmente un perdersi nelle parole, nella prosa, nei racconti che l’autore ha messo insieme…
Difficile definirlo, perché il libro sfugge a quasi ogni classificazione possibile: una serie di racconti autobiografici (tradotti da Martina Testa) che trascinano nella vita (malinconica e triste) e nelle riflessioni (anche sulla lettura e sulla letteratura) di D’Ambrosio e che in qualche modo si trasformano in saggi (sul tema del suicidio che ha toccato molto da vicino l’autore)… Tanto che qualcuno più saggio di me ha inquadrato il volume nella categoria del New Journalism.
Il viaggio che vi porterà a perdervi comincia con Una sorta di prefazione nella quale l’autore, seduto a una fermata dell’autobus a Seattle sotto una pioggia battente comincia a raccontarsi e a mettersi a nudo. C’è il racconto della sua solitudine, della sua malinconia, della sua ricerca nel lettore di qualcuno che gli somigli, dei suoi sogni parigini.
Il tema centrale è certamente il suicidio, o meglio… E’ il tema che tiene insieme tutti i frammenti di riflessioni, i flashback, i flashforward. D’Ambrosio ha dovuto fare i conti con quello del fratello Danny (che ha scritto una lettera d’addio e poi ha impugnato una pistola) e con quello tentato dall’altro fratello, Mike, che dopo un volo dall’Aurora Bridge di Seattle si è salvato per miracolo.
Ed è da qui che i libri diventano quasi degli oracoli da divinare. In particolare l’opera di Jerome David Salinger (e ancora più in particolare del suo Il Giovane Holden), ma anche Richard Brautigan, Richard Hugo e Un giorno ideale per i pescibanana.
E poi reportages, sugli orfani russi, sulla pesca delle balene, saggi letterari, confessioni, esperienze di vita vissuta e di vita letteraria.
E nel frattempo si piange, si ride, ci si stupisce, ci si commuove, si resta sorpresi, si soffre, ci si pone dei dubbi, si avanzano ipotesi e in qualche modo si diventa anche più consapevoli. Del nostro presente, del nostro passato, dell’amore, dell’amore, del mondo, della verità… E persino della nostra identità di lettori.
Carla
(Perdersi di Charles D’Ambrosio, Minimum Fax, pag. 312, euro 18)