A volte mi capita di farmi affascinare soltanto dal titolo di un romanzo e di cominciare a leggerlo senza sapere nulla di quello che è contenuto fra le pagine di carta che lo compongono. Non mi capita spesso, perché quando sono davanti a un’infinità di possibili letture cerco sempre di identificare quella che potrebbe meglio adattarsi al momento che sto attraversando. Però Il cuore girevole di Donakd Ryan, non saprei dire esattamente perché, mi ha attratta dal primo momento in cui i miei occhi si sono posati su quella copertina così elegante, così affascinante: un “frammento” di una cancellata in ferro battuto con al suo centro un cuore rosso fuoco, un po’ ammaccato dal tempo. Sarà perché il mio cuore in questo momento si sente un po’ a pezzi perché intorno vedo tante storie che si sgretolano sotto i miei occhi senza che io possa fare nulla, sarà perché un cancello è pur sempre una porta che ti conduce da qualche parte… Non ho saputo resistere e senza se e senza ma ho cominciato a immergermi in questo racconto.
E inizialmente ho avuto un po’ di difficoltà perché la storia che racconta il libro è una storia che viene narrata da più voci e ciascuna di queste voci, man mano che si procede nella lettura, aggiunge tasselli al racconto facendola avanzare di pagina in pagina, di personaggio in personaggio, di evento in evento… in un modo assolutamente inatteso. 21 capitoli per 21 personaggi che raccontano quanto accade in un paesino della campagna irlandese al momento dell’esplosione della bolla speculativa immobiliare che costellò gli insediamenti rurali di ghost town, lotti di mini-villette a schiera mai abitate.
Seán Pól “Pokey” Burke, un imprenditore edile fallisce e scappa col bottino, lasciando tutti vittime delle conseguenze di questo gesto. Dipendenti senza lavoro, senza contributi (che non sono mai stati pagati)… familiari attoniti davanti a questa fuga dalle proprie responsabilità: un intero villaggio racconta la storia di questo imprenditore e di come costui abbia modificato le loro vite.
Il cuore che campeggia in copertina sta sul cancello del padre di Bobby Mahon ed è un po’ il simbolo di quello che ciascun personaggio mette di proprio nel racconto degli eventi e delle vicende che si sono sviluppate intorno al fallimento dell’impresa edile: il proprio cuore. Ci sono storie di tradimenti, di relazioni, di rapporti anomali, perfino un omicidio e un rapimento; c’è l’amore, lo spirito di solidarietà, i concetti di dignità e rispetto. Ci sono i cuori di 21 persone: Lily, la prostituta madre di cinque figli che adesso nessuno guarda più rattrappita com’è per via dell’artrite reumatoide e de tempo ingeneroso; Kate, la proprietaria dell’asilo; Timmy, lo “scemo del villaggio”; Josie il padre di “Pokey” che ha sempre preferito il primo figlio, Eamonn, a Seán Pól… ma che è certo di non avergli insegnato la disonestà anche se sa di avere sbagliato a mettergli in mano l’azienda; Vasya, il muratore che parla con frasi di due-tre parole e che tutto chiamano “il russo” perché le facce degli stranieri sono tutte uguali e nessuno lì nella pianura ha mai sentito parlare della Khakassia…
E poi ci sono Réaltìn, Brian, Trevor, Bridie, Jason, Hillary, Seanie, Lloyd, Rory, Millicent, Denis, Mags, Jim, Frank, Triona,
Un racconto corale e polifonico che narra come, di uno stesso evento, si possano avere diverse percezioni, almeno tante quante sono le persone che lo osservano. L’interpretazione soggettiva dei fatti emerge nel rumore del coro di voci che non si è ancora accordato.
Un libro tagliente, ruvido, tragico ma anche ironico, costruito sulla confusione di pensieri e punti di vista, pensieri e piccole cattiverie che albergano nel cuore di ciascuno di noi. Un viaggio nel cuore e nella mente degli uomini, nella normalità e nella quotidianità di una piccola cittadina che si compone sopra si propri fallimenti personali e collettivi. Non stupisce che abbia vinto diversi premi fra cui l’Irish book Award (come miglior libro dell’anno nel 2012), il Premio Guardian First Book Award (2012) e la Selezione Man Booker Prize (2013)
Carla
(Il cuore girevole di Donakd Ryan, Minimum Fax. pag. 169, euro 14)